Interessante spunti per le donne che stanno investendo nella loro carriera professionale arrivano dall’incontro “women in finance”di PWA (Professional Women’s Association) , “a dynamic group of international women with diverse backgrounds, cultures and occupations. PWA aims to foster personal and professional development and to provide a friendly forum for networking and growth”. La mission qui descritta rappresenta esattamente lo spirito che si respirava nella sala: una lettura critica della situazione italiana (confrontata con esperienze di lavoro e di vita all’estero) da parte di un numeroso ma selezionato gruppo di donne determinate a coltivare i loro talenti.
Nel panel nomi eccellenti come Giulia Belloni, di KornFerry International, Alessandra Perrazzelli di Intesa San Paolo, Monica Poggio di Unicredit, Fabio Sattin – the only men in the room - di Private EquityPArtners spa. Due speaker su quattro appartenenti a grandi gruppi bancari, da sempre scarsamente presi in considerazione quando si parla di politiche innovative. E invece le due rappresentanti parlano di ceo illuminati, diverity manager, programmi per favorire la leadership femminile e il mentoring, networking interno.
Le parole più citate nell’incontro sono diversity, meritocracy (not quota), corporate culture, network, flexibility (good for business and for life), selfpromoting, visibility.
La “lezione” da portarsi a casa: ognuno deve coltivare in sé il senso di responsabilità individuale e la ricerca costante all’innovazione, progettando un percorso di carriera che tiene conto dei propri talenti e dei propri punti critici. Elemento fondamentale di crescita è la figura del mentor che offre confronto, sostegno, confidenza.
Da segnalare un’interessante chiave di lettura di A. Perrazzelli sulla tendenza femminile a personalizzare i problemi: le donne tendono a fare ciò perché non hanno mai giocato a calcio, ossia non hanno appreso la semplice regola del win/lose.
Riportiamo infine il punto di vista maschile sul tema (anche se non completamentente condivisibile, bisogna tenerne conto, è la lettura – tanto più in chiave positiva - dell’altra metà del cielo): le donne spesso non hanno spirito imprenditoriale. Adesso è tempo di agire, di essere proattive, di chiedere.
Conclusione perfetta la riflessione di una donna seduta nelle prime file: “se vogliamo cambiare il modo di pensare, non bisogna parlare solo tra donne!”
NB: l'articolo di Job24 del Sole24ore sulla presenza femminile nel private equity
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