sabato 27 dicembre 2008

“I love cleaning” (nelle nuances del rosa)

Dal Filo Rosso di Concita de Gregorio del 24/12: “nei negozi di giocattoli nel reparto “femminile” il mini mocio, il mini folletto che aspira davvero, la lavastoviglie e il lavandino sono, racconta Federica Fantozzi, i regali prediletti. Per le bambine è previsto anche il grembiule che dice “I love cleaning” Sempre per la serie: modelli di comportamento, ne riparliamo tra 15 anni”.

Nell’articolo a pag. 23 Federica Fantozzi compila un incredibile elenco di accessori per bambine: claesing kit di Barbie, il Baby Folletto, il Carrello da tè Disney, la cucina delle Winx ….

Forse, più che una più o meno voluta aderenza a comportamenti maschilisti per organizzare “la giornata della casalinga in bozzolo“, si tratta di una semplice e scaltra mossa delle aziende di elettrodomestici (Lagostina, Tefal, Bialetti, Scavolini) che hanno fiutato il business e hanno aperto linee-baby nel mercato dei giocattoli. La mossa vincente (e pericolosa) è invece l’associazione della miriade di oggetti agli idoli delle bambine (dalle classiche Barbie e Biancaneve alle moderne Winx e Hallo Kitty).

Una caratteristica dell’angolo dello shopping al femminile, siano le destinatarie bambine o donne, è quello che la giornalista definisce brillantemente il “monoblocco nelle nuances del rosa”. Pensando agli adulti, mai come negli ultimi anni le campagne pubblicitarie degli oggetti tecnologici al femminile propongono cellulari, palmari, notebook, pc, fotocamere colorati di rosa (per non citare quelli tempestati di pietre preziose e con incise delle frasi melense). Come dicevamo qualche post fa: è importante declinare gli oggetti a seconda delle specifiche esigenze dei due sessi. Come dimostrano alcuni studi recenti, se gli uomini cercano prestazione, velocità e multifunzionalità, le donne apprezzano oggetti tecnologici leggeri, robusti ed efficienti. Qualsiasi sia il colore preso in prestito dall’arcobaleno.

domenica 21 dicembre 2008

Alla Libreria delle donne: imbarazzante o alienante?

Ieri mattina leggo sul giornale che alle 6 del pomeriggio ci sarà la presentazione dell'ultimo numero d "Via Dogana", la rivista ("di pratica politica" come la definiscono) della "Libreria delle donne". Decido di andare.
Posso essere sincera sincera sincera? La stanza dove si è tenuta "la riunione" e le dinamiche dell'incontro mi sono sembrate così fuori dal mondo che non so se la mia sensazione era più di imbarazzo o di alienazione!
Alla pareti foto di raduni anni '60, sul tavolo coperto da una tovaglia giallastra il Manifesto. Nell'aria un odore un pò di vecchio e un pò di sugo (dalla porta si intravedeva una cucina in piena regola dove ogni tanto qualcuno entrava per prendere un bicchiere di vino rosso e una ciotola di plastica con delle arachidi). Le donne presenti (in sala solo 2 uomini che cercano di fare i tecnici), tutte tra i 50 e i 60, hanno mediamente i capelli corti e vestono piuttosto sommessamente. Si chiamano tutte per nome (o soprannome).
La "riunione" inizia con mezz'ora di ritardo (alle 6 accendono il video e non funziona, maneggiano mezz'ora senza successo. Anche il microfono non va).
Cito solo Luisa Muraro, piglio deciso e delicato accento veneto (inter nos: un pò troppo direttiva per i miei gusti, ma di cercherò di approfondire il suo pensiero...) e gli interventi di Liliana Rampello (un pò troppo puntigliosamente critica per i miei gusti, ma cercherò di leggere...)
Cercando sulla rete le bio delle due intellettuali sono incappata in un vespaio di siti femministi.....vade retro!

giovedì 18 dicembre 2008

Manager dell'altro mondo!

Nella sua rubrica su Io Donna di sabato scorso Giovanni Floris racconta l'interessante storia di Maria Garana, 39enne neo ceo di Microsoft Spagna, premiata come donna manager dell'anno dall'associazione digirenti iberiche "perché ha organizzato la sua azienda sulla base della cosiddetta "doppia agenda": uguale importanza hanno, per il personale, gli impegni familiari e quelli di lavoro. Le agende, le giornate di lavoro, gli appuntamenti e le riunioni si organizzano in base ad un unico calendario che comprende le esigenze dell'impresa e quele della famiglia.
A inizio mese (o ad inizio settimana) si comunicano gli orari in cui la dipendente (o il dipendente) deve andare a prendere i bambini a scuola, o a nuoto, o a musica; si fa sapere da subito al personale quando bisogna andare dal medico, o quando la baby sitter è impegnata. Solo successivamente, sulla base delle esigenze dei dipendenti, si disegna l'agenda di lavoro.
"Essere un buon manager - ha spiegato la Garana - vuol dire tirare fuori il meglio da tutti, e l'unico modo per farlo è rendere compatibile la vita della famiglia con quella dell'azienda". Tutti ricordano cosa fece la Garana appena arrivata: non presentò ai dipendenti una lista di cose da fare, chiese piuttosto ad ogni dipendente di compilare la lista di tutto quello che, nell'ultimo anno, non era riuscito a fare per se stesso".

martedì 16 dicembre 2008

In pensione a 65 anni, parità non solo a fine carriera

Alcune reazioni alla proposta del ministro Brunetta di alzare a 65 anni l’età pensionabile delle donne:

Vittoria Franco, ministro ombra delle Pari Opportunità: «Noi del Pd sosteniamo le sue proposte sulla equiparazione dell'età pensionabile - scrive Franco in una lettera a Brunetta – e lei sostiene il nostro progetto che prevede misure per promuovere l'occupazione femminile e favorire la conciliazione fra lavoro, maternità e carriera».

I conservatori sono pochi, ma fanno molto rumore: Massimo D’Alema, l’ultrasinistra, Calderoli....
Per fortuna ci sono Emma Bonino, Mercedes Bresso, Barbara Pollastrini, Linda Lanzillotta, le studiose come Elsa Fornero....

Andiamo a curiosare su JobTalk e il blog della direttrice dell'Unità...

L'idea che mi sono fatta: non è nell’età pensionabile ma nella vita lavorativa (quando devono essere contemporaneamente lavoratrici-mogli-madri) che le donne hanno bisogno di attenzione e sostegno. Oltre al fatto che non si può non distinguere tra tipologie di lavoro diverse. W la piena libertà di scelta!

giovedì 11 dicembre 2008

Global gender gap report 2008

Il World Economic Forum ha analizzato la vita economica e politica, l’istruzione e la salute delle donne nel mondo.

Gli autori del rapporto hanno fotografato la condizione femminile in 130 paesi, che rappresentano il 90% della popolazione mondiale, alla luce di 14 criteri di valutazione: dalla percentuale di donne occupate nella manodopera locale, al tasso di quelle in ruoli di quadri, nelle alte professionalità e in posti di governo, alle differenze retributive, al livello di scolarità, alla speranza di vita.

L’Italia è 67ª con il 67,90% e ha migliorato di sette posizioni rispetto al 2007. E’ ancora 85ª per gli indicatori della vita economica, 83ª per la politica sanitaria e la speranza di vita, 46ª per la partecipazione alla politica e 43ª per il livello di scolarità raggiunto.

Le interviste delle co-autrici del Report: Saadia Zahidi e Laura D. Tyson
Il Report 2008 è sponsorizzato dal Women Leaders Programme Partners. La definzione su Wikipedia

martedì 9 dicembre 2008

Quando la rete è femminile (e non più femminista)

Animata discussione in occasione del convegno a Più libri più liberi su donne e nuove tecnologie, in cui sono stati presentati alcuni progetti al femminile: oltre a wenomomics, Pickwicki, neo community dedicata alla lettura, e Creative Four, neo società di comunicazione 2.0.

Interessanti i risultati dell’Osservatorio permanente dei contenuti digitali presentati da Cristina Mussinelli: in questi anni le nuove tecnologie e Internet – soprattutto nelle fasce più giovani di utilizzatori – sono diventate più “femminili”. La riduzione del gap di genere è sempre più forte, nella fascia under 20 addirittura nullo. Quello che differenzia uomini e donne è invece l’approccio: i primi prediligono la “meccanica” dello strumento (installazione programmi, download, gestione sistema operativo, file sharing, p2p), le seconda la dimensione comunicativa e pratica del mezzo (messaggistica istantanea, download musica).
Dal pubblico qualcuno ha subito obiettato che forse è anche quest’ultimo un pregiudizio. Le donne non sono capaci di sporcarsi le mani nel motore o semplicemente questa è una cosa che non interessa loro? In effetti, se si vanno a vedere gli studi sulle caratteristiche degli strumenti tecnologici richiesti dalle donne, la richiesta è di oggetti leggeri, robusti, efficienti (non rapidi, sgargianti, con tante funzioni). Apple piace di più di Dell perché ha un colore e una dimensione più “morbida”.

Brillante dibattito con il pubblico anche sulla presenza di donne sempre più giovani nel mondo imprenditoriale del web, che lascia spazio a iniziative superando i vincoli del genere e della generazione. Utile anche la riflessione nata da una domanda sul perché ci sono meno donne su Linkedin, il social network professionale per eccellenza: poiché in Italia lavora solo il 43% delle donne (contro il 71% degli uomini), il calcolo è bell’è fatto!

Unico neo la divagazione finale di tono vetero femminista sull’annosa questione delle donne non uguali ma equivalenti agli uomini...vi prego, basta con questo tono perennemente inkakkiato e molto poco costruttivo di certe sessantottine! :-((

venerdì 5 dicembre 2008

Donne, libri e tecnologie su Radio24

Coinvolgente discussione ieri in preparazione della trasmissione d Rado24 di domani mattina (h 9) de“La quota rosa” su donne, libri, tecnologia. E in particolare su stile femminili di scrittura e su spazi e libertà di espressione.

Interessanti le parole di Ginevra Bompiani di Nottetempo e di Bianca Spadolini di Armando nel definire le caratteristiche dello stile femminile di scrittura: un’adesione diretta ed espressiva alla propria esperienza, un coraggio di parlare di sé senza essere memorialisti. Esattamente lo stile espressivo, delicato e intimo che si trova nei romanzi di Milena Agus.
Il foglio di carta, come il blog, sono un pò come "una stanza tutta per sè"...

Pensando a womenomics, la conduttrice Elisabetta Fiorito ha acutamente osservato che ancor oggi le teorie economiche più famose sono state formulate da uomini (da Adam Smith in poi).
Womenomics, neologismo coniato un paio di anni fa da un giornalista (uomo) dell’Economist e fenomeno studiato da un analista (uomo) di Goldman Sachs, finalmente (e proprio perchè tema squisitamente femminile) di recente sta cominciando a raccogliere contributi ed elaborazioni teoriche da studiose, giornaliste, docenti a livello internazionale (Avivah Wittenberg-Cox and Alison Maitland) e nazionale (Alessandra Casarico e Paola Profeta, Bocconi)

Ascolta la trasmissione dal sito si Radio24

giovedì 4 dicembre 2008

Dal glass ceiling al glass cliff

Un tema di grande discussione a livello internazionale è la situazione delle donne in posizioni dirigenziali che si trovano spesso sole di fronte a situazioni molto rischiose, al cosiddetto glass cliff: "Most famously Carly Fiorina (Hewlett Packard), Kate Swan (W.H. Smith) and Patricia Russo (Alcatel-Lucent) were all appointed to top positions at a time of "tumbling share prices. "Not that women are uniquely drafted into crisis ridden situations—plenty of male leaders find themselves in equally rough waters—but women can be especially at risk.
Recent research points to a clear-cut difference between men and women's ability to weather risk and failure. Data contained in a recent Harvard Business Review report shows that when female executives wrestle with stormy weather and fail to right the ship corporate cultures can be unforgiving. Women leaders are seriously isolated, without mentors or sponsors or the equivalent of the "old boys' network" they find it impossible to rally support in the wake of failure. More so than men they crash and burn
". (Harvard Business blog)

Il tema del glass cliff è presente anche nell'ultimo libro di Concita De Gregorio, Malamore, che interpresa però il tema come tendenza delle donne a cercare il pericolo come abitudine di mettersi costantemente alla prova.

martedì 2 dicembre 2008

Un Natale austero e concreto

Qualche idea per un regalo che può cambiare concretamente la vita di una donna e dei suoi bambini.

Una macchina per cucire per permettere a una donna di iniziare un’attività che la renderà autonoma; una visita ginecologica con ecografia per una futura mamma; un corso di alfabetizzazione, igiene, sanità di base e diritti umani. Oppure delle sementi una capra, un bufalo o 10 galline. Ecco la proposta dellaFondazione Pangea onlus, (un’organizzazione no profit che dal 2002 lavora per favorire condizioni di sviluppo economico e sociale delle donne) brillantemente presente anche su Facebook con una pagina di fan.

Pensando all'istruzione dei bambini c'è “Riscriviamo il Futuro”, la campagna di Save the Children che ha lo scopo di garantire entro il 2010 istruzione di qualità a 8 milioni di bambini che vivono in paesi guerra o post-conflitto. La nuova campagna.
Tra i videomessaggi promozionali della campagna, interessante quello su Youtube di Veronica Pivetti: "aiutare una bambina ad andare a scuola significa aiutare le sue condizioni di vita nel presente ma soprattutto gettare le basi di un futuro diverso per lei, i suoi figli, l'intera società."

Energia, intelligenza e competenza

«So che Hillary Clinton porterà grande energia, intelligenza e competenza in questo posto... Io e lei condividiamo un amore profondo per gli Stati Uniti. Le voglio molto bene, lei ha lavorato duramente per questo Paese». Condoleeza Rice

Dopo l'elezione di Obama, secondo chapeau agli Stati Uniti! Come nota anche Concita De Gregorio nell'editoriale di oggi, "la bella frase con cui Condoleezza Rice cede il posto ad Hillary Clinton segnala al di là della forma un'autentica condivisione del senso dello Stato. Forse è che noi qua ne siamo talmente a digiuno che ci piace anche solo sentirle, certe parole, pazienza se sono di circostanza".