lunedì 28 aprile 2008

Nel nuovo Parlamento donne e giovani avanti, adagio

Quote rosa, Italia lontana dalla soglia del 30% (Francesca Barbieri, IlSole24Ore 21/04)
Nel nuovo Parlamento il gentil sesso ha superato per la prima volta il 20%, mentre gli under 40 sono il 13% dei deputati (al Senato l'età minima è 40 anni) contro l'8% della passata legislatura. La nostra classe politica, seppur di poco, è più rosa e più verde, dopo le elezioni del 13 e 14 aprile, ma le distanze rispetto ad altri Stati europei restano abissali.

Il Parlamento dei cinquantenni. Più avvocati e funzionari di partito
(IlSole24Ore 21/04)
(...) La politica continui ad affidarsi a candidati maturi e nella maggior parte dei casi uomini. (...) Analoga considerazione si può fare sulla bassa rappresentanza delle donne, che alla Camera raggiungono il 21,1%, mentre al Senato si fermano al 17,8%. Si tratta di piccoli incrementi rispetto alle quote rosa della legislatura che sta per finire: il 17,3% a Montecitorio e il 14% a Palazzo Madama.


Sulle donne retorica pre-elezioni (Stefano Folli, IlSole24Ore 21/04)
Un passo avanti, ma quasi impercettibile. È il risultato delle elezioni politiche in termini di presenza femminile in Parlamento. Le donne aumentano nel centrosinistra, dove però la differenza rispetto al Popolo della Libertà non è così profonda come avrebbe voluto una certa retorica.

La Ley de igualdad contro il machismo spagnolo


In un articolo del 22/04 il corrispondente del Sole24Ore a Madrid, Michele Calcaterra, scrive che la Spagna "nonostante nel nuovo Governo il numero delle signore batta quello dei ministri per 9 a 8, rimane un Paese con una forte impronta maschilista e forti squilibri" sia nell'amministrazione pubblica (sono donne 10 sottosegretari su 17 e solo il 39% dei consiglieri nelle elezioni municipali)che nel privato.

Ma il varo della "Ley de igualdad" dello scorso anno ha dato avvio al cambiamento.
Nel settore privato entro 8 anni il cda delle aziende quotate dovrà avere una quota rosa pari al 40% del totale (oggi solo 26 donne siedono nel cda delle imprese presenti nell'Ibex-35 pari al 5,3% del totale, ma in crescita rispetto al 3,8% di un anno prima). Nelle mille società più importanti il totale supera di poco il 6%.
La differenza si ha anche nei salari (fino al 30% in più agli uomini) e nei posti di comando (solo l'11% occupato da una donna)

194 NON TOCCARLA


Iniziativa apolitica e non profit di un gruppo di creativi in cerc di un linguaggio nuovo e d'impatto per inserirsi nel dibattito sulla 194.
"Un movimento di donne e uomini che vogliono esprimere una volontà semplice: "la difesa di una legge che rappresenta la conquista e l'applicazione di un principio di libertà" si legge sul sito.

domenica 20 aprile 2008

Social Policies, Labour Markets and Motherhood


Sull'argomento donne&lavoro, a marzo è stato pubblicato un libro di Daniela Del Boca, Cecile Wetzels, Social Policies, Labour Markets and Motherhood: A Comparative Analysis of European Countries, che Giorgio Barba Navaretti sul SOle24Ore di oggi descrive comee "un'ottima base di analisi per riflettere su cime costruire un nuovo welfare e regole sul lavoro che aiutino le medri a crescere nella propria viat professionale".

The relationship between fertility and the participation rate of women in the workforce is an increasingly important area of study for economists, demographers and policy-makers. Recent data show important differences in the relationship between employment rates of women and fertility across Europe. For example, in southern Europe, low fertility rates are combined with low rates of female participation. In contrast, Nordic countries are experiencing relatively high fertility rates combined with high female labour market participation. Social Policies, Labour Markets and Motherhood analyses the effects of policies aimed to reconcile motherhood and labour market participation. Making extensive use of European Community Household Panel data, it compares the outcomes of policies in several European countries, analysing why they succeed in some environments but not in others. It will be of interest to researchers, policy-makers and graduate students working on labour markets, population economics, demography and the methodology of applied microeconomics.

Su lavoce.info Daniela Del Boca scriveva qualche tempo fa: "Ma fa paura l'asilo nido?".

I dati mostrano che in Italia gli asili nido sono pochi, costano molto e sono disponibili solo in alcune Regioni. Perciò la Finanziaria ha stanziato risorse per un piano straordinario che ne aumenti il numero. E incentivi di conseguenza l'offerta di lavoro femminile. La sua efficacia passa per la riorganizzazione degli orari e il miglioramento della qualità del servizio. E il superamento delle diffidenze delle famiglie. Servono indagini longitudinali per valutare gli effetti dell'asilo sul benessere psico-fisico dei bambini e sul loro successo scolastico.

Un patto generazionale

Guido Tabellini sul Sole24Ore di oggi:

Il nuovo governo "dovrebbe proporre agli italiani un patto generazionale: i geitori accettino le riforme, per dare ai fuigli le opportunità che essi stessi hanno avuto.
(...) La famiglia è al centro dei valori degli italiani, più che in qualsiasi altro Paese occidentale. Eppure le nostre istituzioni economiche sembrano fatte apposta per distruggere le opportunità di vita dei giovani. E' su questa contraddzione, tra i valori degli italiani e le distorsioni economiche del nostro sistema, che dovrebbe incentrarsi l'azione di persuasione politica.
Un patto intergenerazionale consentirebbe di affrontare molti dei nodi cruciali (...). Tra i Paesi occidentali, l'Italia gode di molti primati: ha la vita attesa più lunga, il tasso di fertilità più basso, la quota di anziani e donne inattive più elevata, il cuneo fiscale sul lavoro più grande. (...) Un patto intergenerazionale consentirebbe anche di impostare correttamente le riforme sul mercato del lavoro. Non si tratta solo di correggere l'attuale sistema duale, che protegge gli "insiders" e lascia fuori i giovani. L'Italia ha una risorsa ancora troppo inutilizzata: le donne. Nella classe tra i 30 e i 50 anni, meno di 2 donne su 3 sono occupate. Ridurre l'imposizione sul lavoro femminile (come A.Alesina e A.Ichino hanno più volte suggerito) e aiutare le madri a conciliare lavoro e famiglia darebbe un impulso all'occupazione femminile e, più di ogni altro intervento, contribuirebbe a disinnescare la bomba demografica che incombe sull'economia italiana
".

Primi annunci del governo. Economia & lavoro.

Sulla detassazione degli straordinari annunciata dal Governo:
«Sfavorito l'impiego femminile»: intervista a Pietro Ichino (Pd)

Col pancione a Herat. Poi congedo di paternità


Carme Chacón, 37 anni, ministro della Difesa, al 7˚ mese di gravidanza, ha visitato il contingente spagnolo a Herat, in Afghanistan. Con ginecologa e pediatra al seguito. E la signora la prossima settimana sarà in Libano(Reuters).

Sembra che la donna non usufruirà del permesso di maternità di 4 mesi. "Cercherà di partorire nella massima discrezione - anticipa Elena Valenciano, responsabile delle relaizioni internazioni del Psoe - Carme tornerà al lavoro appena possibile e sarà suo marito [giornalista, ex capo della Comunicazione di Zapatero e attuale direttore generale di Casa America], come prevede la normativa spagnola, a prendere invece il congedo di paternità".

Poesia dorsale



Chicche dal Fuorisalone del Mobile, zona Tortona: "mettere dei libri uno sopra l'altro in modo che i titoli si concatenino fino a formare dei versi. Questo è fare “Poesia dorsale”....
Esempi dalla Galleria donne

venerdì 18 aprile 2008

Parlamento meno rosa. Come il "prudente" nuovo governo.

Nelle nuove Camere le parlamentari saranno 20 in meno della precedente legislatura, scendendo da 188 a 168. In complesso, le deputate e le senatrici saranno il 17,7% dei componenti delle due assemblee: 116 alla Camera (il 18,4%), 52 al Senato (il 16,5%). I gruppi del PD saranno quelli con la più alta rappresentanza femminile, circa il 30%: 61 deputate e 39 senatrici.

Come ricorda Natalia Aspesi su Repubblica di oggi, "nel nuovo governo spagnolo i ministri sono 8, le ministre 9, dai 31 ai 59 anni. Non una novità in Europa: in Norvegia le ministre sono 10 su 19, in Finlandia 12 su 20. Qui si casca dalle nuvole o si scherza, le quote rosa fanno orrore agli uomini (e a qualche donna) della politica perchè già sono in troppi a sgomitare senza che ci si mettano, da noi, vallette e showgirl che sanno come ammorbidire i vertici. Nel nostro passato governo le ministre erano 6, il nuovo, più prudente, ne promette 4 su 15".

martedì 15 aprile 2008

Zapatero e il governo di Berlusconi

h 12:39
"Zapatero ha fatto un governo troppo rosa che noi non possiamo fare anche perchè in Italia c'è una prevalenza di uomini". Lo ha detto Silvio Berlusconi rispondendo ad una domanda di Alfonso Signorini su Radio Montecarlo sulla possibilità di istituire un governo con una prevalenza di ministri donne.

El Mundo riprende subito la notizia e titola: Berlusconi 'regaña' a Zapatero: 'Su Gobierno es demasiado rosa'.

h 09:26
"Ho già tutto in testa". Silvio Berlusconi in queste ore, a vittoria non ancora ufficialmente proclamata, ha di fatto già composto la squadra di governo: dodici ministri (quattro le donne), sessanta componenti in tutto, compresi i due vicepremier.

DA NON PERDERE il commento dell'Avvenire sulle elezioni: IN ITALIA SCONFITTA SONORA DELLO ZAPATERISMO

La scelta innovativa di Zapatero


Carme Chacon, 37 enne catalana nuovo ministro della difesa, (nonostante sia) in cinta di 7 mesi.

Il video del discorso di insediamento: "el valor de les mujeres".

Il commento del Pàis:
"La figura de una mujer joven (37 años) y en avanzado estado de gestación (siete meses) al frente de los ejércitos"
"A este programa sumó la incorporación y promoción de la mujer, un campo en el que "se ha avanzado mucho, pero aún avanzaremos más".

"La recibimos con el mismo respeto y más delicadeza"

La scelta rosa di Zapatero


Un governo di 17 ministri: 9 donne e 8 uomini.

venerdì 11 aprile 2008

Meglio il perizoma o le mutande?

Reggicalze o collant? In nessun altro Paese del mondo le donne candidate al Parlamento avrebbero accettato di rispondere a simili domande, proposte loro da un settimanale popolare femminile come “Chi”.
Donne orizzontali e politica verticale: è il tema proposto dall’Infedele del 3 aprile.
"Per discutere in campagna elettorale dell’enorme passo indietro compiuto in Italia dalla condizione della donna, e delle sempre più ricorrenti offese pubbliche alla sua dignità".

Come dice brillantemente la Littizzetto: “Ma che me ne frega a me, cosa indossi. Non è per quello che ti voto. Non devi neppure rispondere a domande simili. (…) Io ti scelto perché sei autorevole. E non autoreggente o meno”.

El País: Italia, La politica senza donne

REPORTAJE: Elecciones en Italia. Política sin mujeres.
Pródiga en chistes y estereotipos, la campaña electoral en Italia ha evitado tocar los problemas femeninos reales


La situazione italiana secondo El País. “Le nostre donne sono più belle di quelle di sinistra è anche più brave”. L'ennesima perla sessista del Cavaliere illustra lo stato della condizione femminile nella campagna elettorale, nella società e nella politica italiane: machismo rampante e
forti discriminazioni. Nonostante questa volta ci siano più candidati donne che mai (circa il 25 per cento del totale), trionfano gli stereotipi: la mamma, l'angelo del focolare, le veline occupano tutto lo spazio sui mezzi di comunicazione, mentre dei problemi delle donne non si parla quasi per niente.

Come votano le donne


Hanno meno esperienza politica degli uomini. Sono più razionali degli uomini. Non amano il linguaggio dei politici. S'informano in modo diverso. Vogliono garanzie sullo stato sociale. Scelgono scuola, salute, famiglia.
E se ne vale la pena votano per le donne.

"Come votano le donne" è il titolo di copertina di "Internazionale" n°375.
Nell'articolo Linda Hirshman per The New York Time Magazine descrive come il voto delle elettrici sta determinando la corsa alla presidenza di Hillary Clinton e Barack Obama.

Quei programmi rosa pallido

Le soluzioni dei due schieramenti sugli incentivi all’occupazione femminile.

E' da anni sul tavolo delle misure urgenti, ma sono pochi gli incentivi all'occupazione femminile. Perchè è una risolrsa secondo gli economisti. Ma una grana per i politici. Parlano di "welfare esistenzionle " o "famiglia legale". Faranno qualcosa?

La sanguigna opinione di Marina Terragni (brillante giornalista e autrice di un libro importante) su Io Donna del 29 Marzo

Le aitanti strappone tv di Silvio e le giovani e dolci madonnine borghesi di Walter



Ha ragione Maria Laura Rodotà?
I due leader, Berlusconi e Veltroni, hanno voluto in lista più donne, donne secondo loro: aitanti strappone tv per Silvio, giovani e dolci madonnine borghesi per Walter. Hanno voluto candidare il loro immaginario femminile; con il proporzionale a liste bloccate si può, tra l’altro”. (M.L.Rodotà, Match, Io Donna del 22 marzo).


Andiamo a guardare un po’ parole e volti:
le Walter's Angels
le Silvio's girls

giovedì 10 aprile 2008

"Andate, dunque, e siate operose"

L'articolo di Concita De Gregorio sulla sparata di Berlusconi secondo il quale le donne sono le "padrone in casa". E basta.
Ok che io sono di parte (la De Gregorio è una delle giornaliste che stimo di più), ma il pezzo è veramente da leggere!
Da Repubblica del 29-03-2008.

Altra chicca live: "Donne precarie: sposate un milionario!"

Quote rosa si, quote rosa no...

“Io non ho mai visto di buon occhio un sistema di quote obbligatorie che talvolta può umiliare le capacità delle donne invece di promuoverle. Ma l’esempio della Finlandia [paese in cui esiste l’obbligo delle quote rosa e conseguente presenza del 60% delle donne in politica], unito al non altissimo prestigio della classe politica in Italia, mi fa riflettere: e se tentassimo anche noi la via di Helsinki?”.
Franco Venturini, Est/Ovest, Io Donna del 22 marzo

L’unica cosa che il governo dovrebbe fare sono le quote rosa. Al 50%, non di meno. Sono per la meritocrazia ma siccome l’Italia non è meritocratica, cominciamo da qui. A parità di curriculum, si preferiscano le donne.”
Anselma Dall’Olio, Corriere Magazine del 3 aprile

“Non mi interessano le quote rosa ma leggi che spezzino il ritmo. Alle donne serve il tempo, una valore che permetterebbe di dimettere insieme l’anima di madre con quella di lavoratrice”.
Carlotta De Bevilacqua, Corriere Magazine del 3 aprile

Non è un paese per donne?


Sulla copertina del Corriere Magazine del 3 aprile un foto a tutta pagina di Luciana Littizzetto (col suo solito ghigno pungente) e un titolo che poco si addice a lei e al contenuto dell’intervista” Non è un paese per donne”.

Certo, Luciana inizia sostenendo che “noi donne abbiamo esagerato. Vogliamo lavorare ma anche fare le madri, magari avere una carriera ma anche cucinare, avere il tempo per le amiche e pure quello per noi stesse, oltre naturalmente alle altre tremila cose che pretendiamo di fare ogni giorno. A un certo punto abbiamo avuto voglia di tutto quello che prima non potevano avere. Quasi un’incontinenza trasgressiva. (…) Così stiamo scoprendo che la vera trasgressione è la normalità”.

Ma poi si lancia con le sue battute da capogiro: “Basta con le donne “con le palle”. Ma si può? E come se, di un uomo di successo, dicessero: “Quello è proprio uno con le tette”. A ciascuno la sua sfericità”.

E commentando il recente sondaggio tra le candidate per sapere se usano il perizoma o gli slip, affonda giustamente: “Ma che me ne frega a me, cosa indossi. Non è per quello che ti voto. Non devi neppure rispondere a domande simili. (…) Io ti scelgo perché sei autorevole. E non autoreggente o meno

Certo che se su certi temi i media non si impegnano a inventarsi titoli coerenti con il contenuto (e non solo titoli ad effetto)...

domenica 6 aprile 2008

Le tavole rotonde elettorali di Grazia

Un punto di vista femminile sulle donne scese in campo (video e intervista):

Michela Vittoria Brambilla. «Votate una donna solo se vale»
Come ha avuto inizio la sua collaborazione con Silvio Berlusconi, che cosa vuol dire essere una donna divisa tra impresa, politica e famiglia. I Circoli della Libertà da lei fondati e della legge 194. Ma anche le imitazioni di lei che invadono le televisioni.

Emma Bonino. "Sono entrata in Parlamento a 28 anni. Il mio obbiettivo allora era combattere l’aborto clandestino. Mi autodenunciai. Ora…»
"Sono trasparente: per presentarmi nelle file del Pd ho contrattato anche i soldi (cosa di cui i politici - e le donne - non parlano mai) e la quantità di presenze in tv. Quando vivevo a Il Cairo il portiere di casa mi domandava sempre «Quando arriva suo marito?». Dovevo sembrargli proprio strana. Facevo avanti e indietro tra l’Egitto (dove andai a studiare e non per un fidanzato) e il Parlamento Europeo.."

Daniela Santanchè «Le altre donne della politica sono tutte strumento di uomini»
"Non sono mai stata femminista, perché alla fine erano quasi tutte rivendicazioni sessuali quelle che portavano avanti.
Alle italiane vorrei dare un messaggio, dire che si può fare, anche se sei una che arriva da Cuneo, come me".

Livia Turco. “Voglio vedere tante donne al Governo. Va bene anche la Santanchè
La politica non interessa alla maggior parte delle donne. C’è una soluzione…