domenica 26 aprile 2009

I posti sono tutti occupati. Il vuoto non esiste. Bisogna farsi avanti!

Questo uno degli slogan lanciati da Emma Bonino in apertura del convegno "Womenomics" organizzato da Corrente Rosa.
Sala gremita di persone, molte donne ma anche qualche uomo (oltre ai tecnici).

Un approccio scientifico ai temi delle pari opportunità: l’idea è analizzare i dati scientifici per trasformarli in conoscenza attiva, a partire dalle ricerche fornite da OCSE (Babies and bossies, wikigender), ISTAT, Banca d’Italia (rapporto tra tasso di occupazione e PIL), Cerved, McKinsey (Gender diversity. A corporate performance driver).

Se l’evento fosse una pagina web, questa secondo me potrebbe essere LA TAG CLOUD DEL CONVEGNO (con qualche approfondimento):
Imprenditorialità femminile: è un tesoro nascosto, poco valorizzato; in aumento per l’apporto delle donne straniere anche se l’accesso al credito è ancora complesso. Vedi l’esempio illuminante dell’incubatore di servizi innovativi Paris Pionnieres
Le donne nei cda: ancora troppo poche, un numero che assomiglia a un prefisso telefonico. Vedi le ricerche di OCSE e Cerved.
Gli stereotipi da abbattere: la casalinga entusiasta con l’unica missione di essere moglie e mamma; la donna in carriera antipatica e stressata; la velina (“essere belli aiuta se ci metti la testa. Il problema è che le si chiede solo di esserci”)
Donne e potere: “i posti sono tutti occupati. Il vuoto non esiste”. Le donne hanno veramente voglia di occuparli? O hanno interiorizzato lo status quo penalizzante e si sono rassegnate accettando dei piccoli risarcimenti (es. andare in pensione prima)?
Il problema della rappresentanza: l’Italia ha un problema di prestazione di sistema, che diventa quindi un problema di agenda e infine di rappresentanza. La crisi è forse frutto di un eccesso di tasso di testosterone come sostiene Loretta Napoleoni? La politica deve costruire una classe dirigente, fornire una nuova strategia
“Bisogna farsi avanti”: ad es. sulla questione dell’età pensionabile, in Spagna si è creato un movimento politico che si è battuto perché i risparmi nati dall’equiparazione dell’età pensionabile supportassero azioni a favore delle donne
Bilancio di genere (gender budgeting): si tratta di uno strumento di analisi dei bilanci pubblici che prevede l'applicazione nella procedura di bilancio della prospettiva dell'uguaglianza tra uomini e donne in tutte le fasi e a tutti i livelli delle politiche pubbliche e da parte di tutti gli attori coinvolti nei processi decisionali. E’ già implementato da molte regioni del centro-nord. L’obiettivo è farlo implementare a catena in tutti gli enti locali.
Diversity management: presente soprattutto nelle multinazionali, si sta sviluppando anche nelle PMI perché è anche un interessante strumento di marketing (soddisfazione dei dipendenti, motivo positivo di visibilità all’esterno).

Audio integrale del convegno su Radioradicale.

venerdì 24 aprile 2009

Eurognocca

Anche se non mi trovo spesso d’accordo con le sue posizioni e i suoi toni, devo dire che il titolo dell’odierno articolo di Travaglio è spaventosamente efficace.
Negli ultimi giorni Repubblica e Unità hanno pubblicato una serie di articoli sui nomi delle eurodeputate del PdL che meritano una lettura e una riflessione attenta.
Ma le donne intelligenti e impegnate ora al governo (la Rauti, la Servidori) che cosa dicono di questa politica dello spettacolo (o spettacolo della politica)? Follia sperare che le donne a cui è stato detto "fai 3 giorni di formazione e poi vai a Bruxelles" rispondano "No, grazie, non ho le competenze"?

- Lidia Ravera, E al parlamento europeo sfila il gran varietà, L’Unità 23/04 p. 30-31
- Marco Travaglio, Eurognocca, L’Unità 24/04 p.3
- Vittoria Franco, La destra e le veline della politica, L’Unità 24/04
- Sebastiano Messina, L’on. Letteronza, Repubbica, 24/04/09, p. 37
- Natalia Aspesi, Il corpo delle donne, Repubbica, 24/04/09, p. 13

martedì 21 aprile 2009

I 100 anni di Rita, ovvero la fiducia nell’intelligenza

Il 22 aprile compie 100 anni la campionessa della ricerca, Rita Levi Montalcini.
Premio Nobel per la medicina nel 1986 per la scoperta del fattore di accrescimento delle cellule nervose, senatrice a vita da 2001, ancor oggi ogni giorno si reca nel laboratorio della sua Fondazione Ebri (European Brain Research Institute) per continuare le sue ricerche sul cervello.
Interessante ricordare qualche nota biografica: nata nel 1909 nell’ambiente della buona borghesia torinese borghese ebrea, come la sorella gemella Paola sceglie di rinunciare a famiglia e figli per dedicarsi alla ricerca (lei alla medicina, la sorella all’arte), nel 1938 è colpita dalle leggi razziali ed è costretta a continuare le sue ricerche di nascosto, nell’isolamento.
Ecco forse spiegata la forza con cui parla ancora oggi, l’entusiasmo che trasmette nei suoi scritti in cui racconta del bisogno di conoscenza, della libertà di idee. Perché è il simbolo di chi fa crescere le proprie convinzioni per la sola forza del loro valore.

I suoi libri e biografie più recenti.
La fondazione Rita Levi Montalcini e il progetto "Un futuro alle donne africane, il futuro ai giovani" che assegna borse di studio nelle regioni africane più critiche.

domenica 19 aprile 2009

Yoani Sánchez: una donna che fa semplicemente domande

“Generación Y è un Blog ispirato alla gente come me, con nomi che cominciano o contengono una "y greca". Nati nella Cuba degli anni 70 e 80, segnati dalle scuole al campo, dalle bambole russe, dalle uscite illegali e dalla frustrazione. Per questo invito a leggermi e a scrivermi soprattutto Yanisleidi, Yoandri, Yusimí, Yuniesky e altri che si portano dietro le loro "y greche".

Questo è la frase di apertura del blog di Yoani Sánchez, giovane filologa cubana che da un paio d’anni sfida il regime castrista sul suo blog da cui Rizzoli ha tratto il libro “Cuba libre. Vivere e scrivere all'Avana”.

Nei giorni in cui Obama sta distendendo la mano a Cuba, seguire i pensieri di chi vive quotidianamente dentro al grande utopia castrista è estremamente interessante. Anche perché lei non giudica, si limita a fare “disincantate istantanee sulla realtà” che spesso sono armi ancora più potenti della critica militante: “in certe situazioni un individuo – anche il più insignificante - può scatenare maremoti limitandosi a mettere un dito nell’acqua”.

Inserita dal Times tra le 100 persone più influenti della Terra, nel 2008 ha vinto il premio Ortega Y Gasset per il lavoro condotto nel campo digitale (Yoani scrive i post a casa e li pubblica intrufolandosi grazie alla sua carnagione chiara negli hotel in cui per legge non potrebbe entrare).
La sicurezza di Stato non l’ha ancora bloccata: “per loro l’audacia ha una divisa militare, anni di carcere, cicatrici e di certo non ha la faccia languida di una dona tranquilla, che non grida, che non esprime rancore ma fa semplicemente domande”.

Una lettura del blog (di cui esiste anchela traduzione in italiano) e/o del libro consigliatissima!

giovedì 16 aprile 2009

Dopo il lipstick index...

...arriva il foundation index: esisterebbe infatti una correlazione tra le vendite di rossetti e le crisi economiche mondiali. Secondo il Financial Times oggi il parametro sarebbe il fondotinta.

Da leggere il brillante post su JobTalk "Il lato B / Foundation index, la faccia è lo specchio dell'anima: ecco perchè la risposta alla crisi parte dal fondotinta".

martedì 14 aprile 2009

Bonino sempre combattiva: “Pensionata sarà lei!”

Prendendo spunto dalla condanna della Corte di Giustizia europea per la mancata equiparazione dell’età pensionabile nel pubblico impiego, il recente volume Pensionata sarà lei. Le donne, la parità e la crisi economica (a cura di Emma Bonino, Rubbettino) riprende gli interventi di un recente forum promosso dai Radicali.

Interessanti i dati sulla pensione al femminile in Italia: l’importo medio mensile delle donne è pari al 52% di quello dei maschi per le pensioni di vecchiaia, al 70% per quelle di invalidità e superiore del 14% per quelle di reversibilità (mentre gli uomini raggiungono spesso la pensione di vecchiaia perché iniziano a lavorare presto e lavorano con continuità, le donne sono quasi tutte titolari di pensioni di anzianità perché hanno carriere più discontinue. Spesso vivono più a lungo dei loro mariti).
In Italia le lavoratrici senza figli sono occupate per il 66,7%, gli uomini per l’80,7%; se hanno figli la quota degli uomini sale al 93,8%, quella delle donne scende al 54,6%. Una donna su 9 ha lasciato il lavoro in seguito alla maternità, 2 su 3 per esigenze di cura e assistenza dei figli (Isfol Plus 2006).
In Calabria soltanto il 3& dei bambini è coperto da asili nido, in Eminila Romagna il 30%.

“Questo libro vuole essere un’istantanea – un po’ sfocata poiché in movimento – dei nostri problemi su differenze di genere, donne e occupazione. Vuole far luce sulla disponibilità di tutti gli attori coinvolti a rimettere le donne al centro dell’agenda politica del paese. Sono convinta che le donne del nostro paese meritino attenzione e siano portatrici di energia, passione, talento, resistenza. Solo un paese che sa valorizzarle può crescere e può dirsi pienamente civile; solo la consapevolezza che la parità passa anche dal verbo “equiparare”, pari diritti e pari doveri, può consentire alle donne di essere finalmente attive e autonome.”

Da segnalare gli interventi di F. Kostoris Padoa Schioppa (congedo facoltativo di nonnità, meritocrazia), C. Saraceno (servizi di cura e tempi scolastici consoni alla famiglia attuale), M. Martone (conflitti generazionali causati dall’attuale welfare), R. Polverini (maternità, quoziente familiare), P.Ichino (detassazione selettiva) G. Cazzola (part time), M. Sacconi (reti interfamiliari, tagesmutter, invecchiamento attivo).

La conclusione della Bonino: "Prendiamo atto che dobbiamo equiparare l’età pensionabile: per le donne significa un innalzamento dell’età pensionabile, questo è evidente, per via della discontinuità lavorative e proprio per via di tutti gli handicap che un welfare, molto italiano e poco europeo, hanno prodotto. Ci battiamo però anche perché questi risparmi, molti o pochi che siano, e altri fondi siano dedicati alla reti di assistenza.(…) Vorrei che questo confronto fosse l’inizio di un processo attivo che ci spinga a guardare avanti e aver voglia di mordere il mondo, non tanto e solo per aiutare le donne che andranno in pensione o hanno più di 60 anni, ma che sia invece importante per le generazioni a venire".

La presentazione a RadioRadicale.
Il sito ufficiale di Emma Bonino.

martedì 7 aprile 2009

Non fate le galline! E imparate a rompere i c..!

Al festival de giornalismo di Perugia brillantissima conversazione all’incontro “Donne e media” sul ruolo e sulle difficoltà delle donne ai vertici dei media oggi. Molta visibilità ma scarso potere? A rispondere alle domande le italiane Maria Laura Rodotà (giornalista Corsera) e Annalisa Spiezie (vicedirettore Studio Aperto), la responsabile dell’ufficio parigino dell’agenzia russa Novosti e la direttrice del quotidiano austriaco Der Standard.

Alcune osservazioni a caldo:
- la straripante (nonché imbarazzante) quantità di stereotipi che contenevano le domande del moderatore, illustre giornalista del Sole24Ore, aiutato anche dalla frase finale di un noto giovane giornalista tra il pubblico. Mancava l’osservazione su come erano vestite e avremmo fatto l’amplain!
- la coerenza di reazione (di pancia) tra le giornaliste sdegnate di fronte a certe domande: all’ennesimo interrogativo del tipo “ma se voi scopriste un affaire o aveste voi una relazione in ufficio che cosa fareste?” l’intervistata di turno dice di non voler rispondere, guadagnandosi l’applauso del pubblico.
- il punto di vista a volte differente della giovane giornalista russa (probabilmente più perché russa che perché giovane).

Alcune pillole di saggezza (le battute sono di MLRodotà):
- Ginger faceva tutto quello che faceva Fred, ma ballava all’indietro con i tacchi a spillo (a parità di talento, una donna ci deve mettere più impegno)
- Peggio di fare l’uomo è fare la gallina (la competitività tra donne appassiona soprattutto gli uomini)
- Per una giornalista è impossibile entrare nel boys club. Unici esempi di direttori in Italia oggi sono Concita De Gregorio (L’Unità) e Daniela Hamaui (Espresso)
- Don’t be shy! Le difficoltà vengono sia da fuori ma spesso anche da dentro se stesse.
- Se rompi i c.. prima o poi qualcosa ottieni! Se una fa bene il suo lavoro, deve imparare a chiedere e a negoziare per ottenere quello che si merita. A partire da uno stipendio più alto, anche se il denaro non è uno status symbol come per gli uomini.

Si tratta di una questione culturale generale, certo, ma anche di un cambio generazionale. A detta delle giornaliste intervistate, le giovani leve che entrano nelle redazioni oggi hanno un rapporto paritario tra loro nel lavoro e in termini di carriera. Anzi, spesso le ragazze sono di più e più preparate.
La prima direttore donna del Corsera forse è già nata....