“La buona notizia è che si può fare, diversamente”: questo potrebbe essere lo slogan della prima lezione organizzata da Valore D sul role modelling con l’idea di raccogliere un patrimonio di modelli positivi al femminile.
In sala molte donne giovani che hanno voglia di imparare, orecchie attente e blocknotes sulle ginocchia.
Maria Silvia Sacchi del Corriere Economia intervista Gabriella Parisse, Presidente e AD di Johnson & Johnson. E’ interessante il confronto tra il modo pacato della giornalista, esperta di imprese e temi femminili, e il tono deciso dell’intervistatrice, che a tratti si apre anche a commenti più personali.
Johnson & Johnson è una multinazionale americana e dal racconto degli inizi di carriera di GP si capisce che siamo su un altro pianeta (meritocrazia, incentivazione alla diversità, ect...) rispetto a media azienda italiana. "Probabilmente in Italia l’unico modo per avere più donne nelle posizioni di vertice sono le quote rosa" è la conclusione.
Ecco qualche appunto:
LA LEADERSHIP E IL LAVORO
- I leader sono spesso uomini. Mi viene in mente il gioco che aveva proposto Kathleen Kennedy Townsend al Forum del Sole24Ore (chiudere per un attimo gli occhi e pensare a un leader, aprirli e dire sinceramente se si era pensato a un uomo o a una donna. Facile indovinare l'esito...)
- La leadership è la leadership, non c’è differenza tra uomini e donne. La diversità sta nelle modalità con la quale la si esprime, nei comportamenti, nella sensibilità differente di ciascuno
- Il capo bisogna gestirlo: se non ci si sente valorizzati o se non si può evitare lo scontro a causa di differenti visioni o valori, meglio andarsene
- La squadra è fondamentale: bisogna saper scegliersi le persone giuste, condividere ogni passaggio, chiedere feedback, dare importanza anche a certe figure apparentemente minori come le assistenti
- Gli orari di lavoro: la flessibilità è un tema che tra poco toccherà anche gli uomini
LA FAMIGLIA
- I genitori, a volte anche gli insegnanti, sono il primo role model
- I figli a volte non si vogliono, a volte non vengono
LA DONNA MANAGER
- Pianificare la propria carriera: bisogna visualizzare dove si vuole arrivare. E’ più semplice far carriera se si lavora nel marketing e nel commerciale
- Curare il proprio sviluppo attraverso mentor e coach. Tutti i grandi leader ne hanno uno. Chiederlo o cercarselo nei network
- Imparare a chiedere, a dar voce alle proprie ambizioni: aspettare che ci venga riconosciuto quello che ci spetta è un pensiero idealistico bello ma non serve
- Affrontare i cambiamenti, "le situazioni di stretch" con coraggio e passione, divertendosi
- Curare la propria visibilità: la foto è più importante del nome. Non bisogna considerarla una civetteria. Se non siamo visibili, i leader continueranno ad essere uomini
- Dedicare tempo al networking: non è una perdita di tempo, ad un certo livello il sistema relazionale è fondamentale.
Consigli chiari e fattibili. Pronte a metterli in pratica?
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3 commenti:
Al Valore D si arriva attraverso un percorso che chiamo delle tre C e che illustro in articoli e convegni. Per il vero diverse conclusioni sono analoghe a quanto descritto. peraltro il tutto è rutto di studio ed analisi della situazione di crisi, della non parità e delle difficoltà del lavoro al femminile.
Atraverso l'esame e la soluzioni delle tre C (Consapevolezza, Conciliazione, Condivisione), con approfondimenti relativi alle donne, agli uomini ed alle aziende, si arriva ad una unica C: Cultura al e del femminile.
Per approfondimenti basta leggere gli articoli che compaiono sui vari siti al femminile.
Altra variante delle 3 C: cervello, culo, cuore :-)
necessita di verificare:)
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