Nel 2009 l’Italia è scesa ancora nel Global Gender Gap Report, l’annuale classifica del Word Economic Forum: se lo scorso anno occupavano un già non onorevole 67mo posto sui 134 Stati analizzati, quest’anno siamo scesi di altri 5 punti, terz’ultimi in Europa, superati anche da Vietnam, Romania e Paraguay. Il podio è sempre stabilmente occupato da Islanda, Finlandia, Norvegia e Svezia.
Il peggioramento è su diversi indici: la partecipazione a opportunità nell’economia (96mo posto), la differenza salariale rispetto agli uomini (116mo posto), il reddito da lavoro (91mo posto), la partecipazione alla forza lavoro (88mo posto) (*).
Negli USA, che nel Global Gender Gap Report 2009 hanno perso 4 punti occupando ora il 31°posto, sembra però che le donne rappresentano la metà della forza lavoro. Secondo lo Shriver Report, “mothers are the major breadwinners in 40% of families”.
Interessante il racconto-testimonianza di Joanne Lipman, nota giornalista ed editor di Portfolio, sull’International Herald Tribune: la sua carriera priva di ostacoli in quanto donna (“I was promoted to a Page editor while I was pregnant. When my children were babies my bosses allowed me to work mostly art home”), la sua lettura sulla situazione delle donne oggi (“The aftermath of 9/11 ... women began losing ground”) e i suoi suggerimenti per le donne (Ask. Have a sense of humour. Don’t be afraid be a girl") (**).
(*) V. intervista a Saadia Zahidi, autrice del report 2009; situazione 2008 e intervista in italiano a cura di Womenomics.it sul report 2008.
(**) l'articolo ha suscitato una serie di commenti gustosi sul famoso The Huffington Post
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