In Germania oltre 180 iniziative (manifestazioni, mostre, dibattiti, cabaret, pranzi di sensibilizzazione) per informare l’opinione pubblica sulla differenza salariale tra uomini e donne, divario particolarmente evidente in Germania (23%).
L’iniziativa, ispirata a un modello nato negli USA (che adesso gode del Lilly Ledbetter Fair Pay Act di Obama), è stata organizzata dalla Business and Professional Women tedesca e supportata dal Minsitero delle donne, l’Associazione federale degli imprenditori e delle imprenditrici tedesche, il Consiglio femminile della Germania e da organizzazione che si battono per le pari opportunità. “Un’alleanza d’azione che ha l’obiettivo di svilupparsi in tutta Europa” propone Dagmar Bischof, presidente della BPW tedesca.
Per l’Equal Pay Gap tedesco è stato scelto il 20 marzo perchè una donna tedesca, per guadagnare quello che ha guadagnato un uomo nel 2008, avrebbe dovuto lavorare tutto l’anno scorso e fino a ieri.
Secondo i dati Eurostat 2007, il maggior divario si registra in Estonia (30,3%), sopra il 20% anche Austria (25,5%), Rep. Ceca (23,6%), Olanda (23,6%), UK (21,1%), Grecia (20,7%).
La statistica mi lascia un po’ perplessa: se la media europea è del 17,4%, possibile che i mitici Paesi nordici abbiamo percentuali attorno al 20% (Finlandia 20%, Svezia 17,9%, Danimarca 17,7%) e l’Italia abbia una performance del 4%? Probabilmente bisogna tener conto che il dato italiano è influenzato dal fatto che poche donne hanno un lavoro fisso retribuito.
Fonte: Corriere della Sera
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