"E' anche un ritorno al passato post-bellico della struttura familiare: un incentivo al ritorno al focolare di migliaia di madri, milioni di donne giacchè si sa che non viviamo in Svezia e che dei figli e della cucina e delle pulizie domestiche, in questo nostro Paese, si ritiene che debbano occuparsi le donne. Più le donne, le quali del resto a parità di lavoro guadagnano assai meno degli uomini e dunque conviene, se qualcuno deve rinunciare a "lavorare fuori", che rinuncino loro. Anche questa è una di quelle riforme il cui esito sarà chiaro nella struttura della società fra 10 anni, quando ci sarà qualcuno che dirà che "all'improvviso" è cambiato qualcosa: le donne non lavorano più, non ci tengono, chissà perchè, non consumano altro che detersivi e pannolini, mai che investano i loro risparmi in bond". (Concita De Gregorio, Filo rosso, 2 marzo 2009).
Sui mutamenti profondi della società, in un recente sondaggio online effettuato dal magazine Psychologies, si legge che oggi le donne lavorano per scelta (59% delle risposte), il lavoro è un piacere (54%), rappresenta una possibilità di gratificazione personale (46%) e una delle componenti dell’identità. E aiuta anche aver avuto un’educazione che incoraggia la realizzazione personale, l’essere cresciute in una famiglia in cui si sono viste tutte le donne lavorare.
Sulla differenza salariale il NYT in un recente articolo ("Why Is Her Paycheck Smaller?") presenta un grafico interattivo che evidenzia le differenze di retribuzione di donne e uomini distinguendo tra le professioni: management, business e financial sono le aree dove il gap è attorno al 30%!
Ecco perchè le donne non investono in bond!!!
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1 commento:
imparato molto
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