"Per ottenere la parità bisogna puntare alla parità nel mercato del lavoro attraverso la leva del merito". Questo il nucleo del pensiero della prof.ssa Fiorella Kostoris, che racconta le origini del suo interesse per le tematiche femminili, a partire dalle prime indagini negli anni 70 e dal Rapporto stilato con l'on.Tina Anselmi per la Conferenza Internazionale delle donne a Pechino del 1995.
La necessità di fare rete è alla base del progetto "Pari o dispare", nato lo scorso dicembre con obiettivi chiari e concreti.
Interessante l'opinione della prof.ssa Kostoris sulle quote, considerate un "second best" temporaneo ma necessario.
L'intervista si conclude con alcuni consigli di carriera: elementi fondamentali sono una solida formazione, una famiglia che sostiene le aspirazioni di ciascuno, un luogo di lavoro che valorizza le diversità. Ma non può mancare un pò di fortuna e tanto, tanto lavoro!
La videointervista è sul canale Youtube di Womenomics.it
sabato 30 gennaio 2010
domenica 24 gennaio 2010
Il 29 gennaio GammaDonna & Womenomics.it
Il 29/01 all'interno del salone GammaDonna si svolgerà il workshop Innovare la comunicazione d’impresa con il web 2.0, in partnership con FERPI.
Il web è entrato nelle abitudini quotidiane di ognuno di noi, ma non fa ancora parte delle strategie di comunicazione di tutte le aziende. Cosa bisogna fare per trasformare la rete in un'opportunità di comunicazione capace di contribuire alla crescita e all'espansione dell'azienda? Come bisogna affrontare il mondo dei social media? Un confronto tra blogger e giornalisti, esperti di comunicazione e di marketing, per capire e soprattutto per incominciare a fare.
Introduce: Italo Vignoli, Delegato FERPI Social Media e Presidente Quorum PR
Ne discutono con il pubblico:
- Sandra Salerno, food-blogger e ideatrice del blog Un tocco di zenzero
- Adele Marra, Vicepresidente Web Italia Onlus, Direzione DONNAéWEB
- Olivier Dubois, responsabile comunicazione e marketing FIAT GROUP
- Paolo Cugudda, marketing manager, agency brand e new media MARTINI & ROSSI
- Roberta Cocco, Direttore Marketing Centrale Microsoft Italia e Presidente Futuro@femminile.
Modera: Francesca Panzarin, Coordinatrice Womenomics.it e Direttore Divisione Varia Mondadori Education.
Dove e quando: 29 gennaio 2010 - ore 14.00-16.00, Centro Congressi Torino Incontra – Sala Giolitti.
Per info sull'evento e sugli altri convegni v. il sito GammaDonna e il gruppo su Facebook
Videointervista a Maurizia Iachino: le donne italiane ready for board
Maurizia Iachino, senior partner della società di executive search Key2People, ci racconta che cos’è il progetto Ready for board women, iniziativa volta a promuovere una maggior presenza di donne dei Consigli di Amministrazione, gli organi che hanno la responsabilità di indirizzare e controllare le aziende. I primi risultati si potranno vedere già da questa primavera con il rinnovo dei CdA.
Le abbiamo chiesto anche di raccontarci, dal suo punto di vista privilegiato di head hunter, quali sono le caratteristiche delle donne manager che incontra. Ne esce un ritratto composito fatto di capacità di sdrammatizzare, coraggio, identità plurima non incentrata solo sul ruolo professionale.
La videointervista è sul canale Youtube di Womenomics.it.
Le abbiamo chiesto anche di raccontarci, dal suo punto di vista privilegiato di head hunter, quali sono le caratteristiche delle donne manager che incontra. Ne esce un ritratto composito fatto di capacità di sdrammatizzare, coraggio, identità plurima non incentrata solo sul ruolo professionale.
La videointervista è sul canale Youtube di Womenomics.it.
domenica 17 gennaio 2010
Pillole video da“Pari e dispare”: F.Kostoris, E.Bonino, C.De Gregorio
“Pari e dispare”, ossia la forza della rete per un mercato del lavoro meritocratico e per una rappresentazione mediatica senza stereotipi.
Alla conferenza stampa di presentazione del progetto la presidente Fiorella Kostoris racconta chi sono gli ideatori del progetto (una rete nella diversità), quali sono gli obiettivi (raggiungere la parità tra uomini e donne nel mercato del lavoro attraverso la leva della meritocrazia; monitorare e superare gli stereotipi dei media) e gli strumenti che saranno utilizzati (un’authority indipendente per monitorare con il sistema del naming and shaming che promuove le buone pratiche e sanziona quelle cattive).
“In Italia si nasce pari e si cresce dispari” sostiene Emma Bonino ma si può cambiare: “molte di noi ce l’hanno fatta, se ci si mette assieme con qualche obiettivo chiaro è possibile ottenere delle cose. Se stiamo meno zitte, se ci facciamo sentire di più, è possibile cambiare attraverso la leva del merito”.
Un'ironica Concita De Gregorio racconta che il suo desiderio di “difendere (e restituire alle donne che ci hanno dato tanto gratuitamente come Miriam Mafai e Emma Bonino) la possibilità di esercitare le proprie competenze, di farlo in modi diversi, di avere le tutele per farlo”. Vicendo quel fastidio con cui nei giornali si parla di aborto, contraccezione e violenza, considerati spesso temi solo femminili. Superando quello stereotipo diffuso per cui se c’è una donna al potere ci si chiede subito “Tu perché sei li? Di chi sei moglie, fidanzata, amica o amante?”.
Per info: ufficiostampa@pariodispare.org
Alla conferenza stampa di presentazione del progetto la presidente Fiorella Kostoris racconta chi sono gli ideatori del progetto (una rete nella diversità), quali sono gli obiettivi (raggiungere la parità tra uomini e donne nel mercato del lavoro attraverso la leva della meritocrazia; monitorare e superare gli stereotipi dei media) e gli strumenti che saranno utilizzati (un’authority indipendente per monitorare con il sistema del naming and shaming che promuove le buone pratiche e sanziona quelle cattive).
“In Italia si nasce pari e si cresce dispari” sostiene Emma Bonino ma si può cambiare: “molte di noi ce l’hanno fatta, se ci si mette assieme con qualche obiettivo chiaro è possibile ottenere delle cose. Se stiamo meno zitte, se ci facciamo sentire di più, è possibile cambiare attraverso la leva del merito”.
Un'ironica Concita De Gregorio racconta che il suo desiderio di “difendere (e restituire alle donne che ci hanno dato tanto gratuitamente come Miriam Mafai e Emma Bonino) la possibilità di esercitare le proprie competenze, di farlo in modi diversi, di avere le tutele per farlo”. Vicendo quel fastidio con cui nei giornali si parla di aborto, contraccezione e violenza, considerati spesso temi solo femminili. Superando quello stereotipo diffuso per cui se c’è una donna al potere ci si chiede subito “Tu perché sei li? Di chi sei moglie, fidanzata, amica o amante?”.
Per info: ufficiostampa@pariodispare.org
giovedì 14 gennaio 2010
Sibilla Aleramo a 50 anni di distanza
«Ed ero più che mai persuasa che spetta alla donna di rivendicare se stessa, ch’ella sola può rivelar l’essenza vera della propria psiche, composta, sì, d’amore e di maternità e di pietà, ma anche, di dignità umana» (Una donna, cap.XXVII).
«Gli uomini ai quali parlo non sanno, quando mi dicono con reale stupore che hanno l’impressione di discorrer con me da pari a pari, non sanno come echeggi penosa in fondo al mio spirito quella pur lusinghiera dichiarazione, a quale insolvibile dramma essa mi richiami» (Una donna, cap.XVII).
A 50 anni dalla scomparsa di Sibilla Aleramo fa un certo effetto rilevare l’attualità di sentimenti e riflessioni descritte nei suoi testi: Donne di ieri donne di oggi - Dal diario, Intervista con me stessa.
V. anche gli scritti di Sibilla Aleramo negli archivi de l'Unità
«Gli uomini ai quali parlo non sanno, quando mi dicono con reale stupore che hanno l’impressione di discorrer con me da pari a pari, non sanno come echeggi penosa in fondo al mio spirito quella pur lusinghiera dichiarazione, a quale insolvibile dramma essa mi richiami» (Una donna, cap.XVII).
A 50 anni dalla scomparsa di Sibilla Aleramo fa un certo effetto rilevare l’attualità di sentimenti e riflessioni descritte nei suoi testi: Donne di ieri donne di oggi - Dal diario, Intervista con me stessa.
V. anche gli scritti di Sibilla Aleramo negli archivi de l'Unità
sabato 9 gennaio 2010
Bonino-Polverini: "per il tango bisogna essere in due"
«Per il tango bisogna essere in due, altrimenti se il compagno non c`è finisce che una balla da sola» dice Emma Bonino per spiegare la decisione di autocandidarsi alla presidenza della Regione Lazio contro Renata Polverini, colei che Vittorio Feltri (ehm) ha definito una «Epifani in gonnella».
Due donne di grande esperienza, tenacia e concretezza, due candidate - cosa piuttosto rara -che hanno pubblicamente dimostrato la stima reciproca durante interviste e convegni che le hanno viste spesso concordare su diversi temi.
La notizia sta avendo grande eco su tutti i giornali. La lettura più “bizzarra” è quella di Filippo Ceccarelli su «Repubblica»: "La qualità della Bonino e della Polverini parla in modo implicito dello scadimento della politica al maschile. Vedi il caso dello scontro democratico Emiliano-Vendola in Puglia. Diceva l'altro giorno l'onorevole Paola Concia, pur assecondando la discutibile deriva biopolitica di questo tempo: "Purtroppo sia Michele che Nichi hanno voluto giocare a chi ce l'aveva più lungo". Ecco, senza ovviamente entrare nel merito, è proprio il risultato che fa riflettere. Ed è come se in politica le donne avessero un'autostrada davanti a sé, l'importante sarebbe che vi portassero un po' più concretezza, almeno, e di civiltà".
Due suggerimenti per capire di che pasta sono fatte le due candidate:
1) il videoforum di Repubblica tv in cui Emma Bonino ha raccontato gli ultimi sviluppi della sua corsa alla presidenza del Lazio: "Io sono pronta. Sono sicura di poter essere una persona aggregante, la mia storia lo dimostra".
2) da Radio Radicale l'intervento di Renata Polverini in veste di segretario UdL alla Festa del PD dello scorso settembre a Modena sul tema "Il partito del lavoro. Giovani e donne nel mercato del lavoro". Accanto a una valutazione chiara e autocritica degli errori del sindacato di fronte ai nuovi contratti di lavoro e sulle criticità delle pensioni future, segnalo il suo racconto della sua crescita professionale e del essere oggi a capo di un ente: “Io prima svolgevo il ruolo e poi mi davano il riconoscimento (…) Io non ho mai pensato di fare il segretario, me l’hanno proposto (…) Le donne si devono assumere il loro destino, evitando che il loro destino sia nelle mani degli altri (…) Oggi COMANDO (…) A parità di merito è privilegiata una donna (…) È faticoso far crescere le donne (…) La maggiore consapevolezza deve venire da noi (…) Mai raggiungere un ruolo se poi a casa tua non fai quello che richiedi agli altri (…) No riunioni dopo le 18" .
PS: sulla rete Emma Bonino ha gà un sito e diversi gruppi di fans su Facebook. Digitando www.renatapolverini.it per ora appare solo un "sito in costruzione". Roma però è già tappezzata di manifesti: "Con te" e senza simbolo di partito, comunicazione studiata Claudio Velardi, esperto di comunicazione politica, in passato a fianco di D'Alema.
Due donne di grande esperienza, tenacia e concretezza, due candidate - cosa piuttosto rara -che hanno pubblicamente dimostrato la stima reciproca durante interviste e convegni che le hanno viste spesso concordare su diversi temi.
La notizia sta avendo grande eco su tutti i giornali. La lettura più “bizzarra” è quella di Filippo Ceccarelli su «Repubblica»: "La qualità della Bonino e della Polverini parla in modo implicito dello scadimento della politica al maschile. Vedi il caso dello scontro democratico Emiliano-Vendola in Puglia. Diceva l'altro giorno l'onorevole Paola Concia, pur assecondando la discutibile deriva biopolitica di questo tempo: "Purtroppo sia Michele che Nichi hanno voluto giocare a chi ce l'aveva più lungo". Ecco, senza ovviamente entrare nel merito, è proprio il risultato che fa riflettere. Ed è come se in politica le donne avessero un'autostrada davanti a sé, l'importante sarebbe che vi portassero un po' più concretezza, almeno, e di civiltà".
Due suggerimenti per capire di che pasta sono fatte le due candidate:
1) il videoforum di Repubblica tv in cui Emma Bonino ha raccontato gli ultimi sviluppi della sua corsa alla presidenza del Lazio: "Io sono pronta. Sono sicura di poter essere una persona aggregante, la mia storia lo dimostra".
2) da Radio Radicale l'intervento di Renata Polverini in veste di segretario UdL alla Festa del PD dello scorso settembre a Modena sul tema "Il partito del lavoro. Giovani e donne nel mercato del lavoro". Accanto a una valutazione chiara e autocritica degli errori del sindacato di fronte ai nuovi contratti di lavoro e sulle criticità delle pensioni future, segnalo il suo racconto della sua crescita professionale e del essere oggi a capo di un ente: “Io prima svolgevo il ruolo e poi mi davano il riconoscimento (…) Io non ho mai pensato di fare il segretario, me l’hanno proposto (…) Le donne si devono assumere il loro destino, evitando che il loro destino sia nelle mani degli altri (…) Oggi COMANDO (…) A parità di merito è privilegiata una donna (…) È faticoso far crescere le donne (…) La maggiore consapevolezza deve venire da noi (…) Mai raggiungere un ruolo se poi a casa tua non fai quello che richiedi agli altri (…) No riunioni dopo le 18" .
PS: sulla rete Emma Bonino ha gà un sito e diversi gruppi di fans su Facebook. Digitando www.renatapolverini.it per ora appare solo un "sito in costruzione". Roma però è già tappezzata di manifesti: "Con te" e senza simbolo di partito, comunicazione studiata Claudio Velardi, esperto di comunicazione politica, in passato a fianco di D'Alema.
lunedì 4 gennaio 2010
Il primo Economist del 2010: uno Schumpeter discutibile
Un punto di vista piuttosto discutibile è quello di "Schumpeter" (recente rubrica dell'Economist dedicata a business, innovazione e inmpreditoria in onore del brillante economista austriaco) titolato Womenomics. Feminist management theorists are flirting with some dangerous arguments.
Secondo il redattore della rubrica, la prima generazione di donne di successo (es. la Thatcher) aveva lottato per essere giudicata con gli stessi parametri con cui venivano valutati gli uomini. “I never miss, I never admit mistakes and I am always correct” sosteneva Dong Mingzhu, capo di una multinazionale dell’aria condizionata.
Il nuovo femminismo, invece, propone una nuova lettura, slegata dalle vecchie regole gerarchiche. Si cita come esempi del today’s most influential feminists A.Wittenberg-Cox e A. Maitland (autrici dell'importante libro Why women mean business, non citato nell’articolo), riprendendo la loro teoria del gender bilingual: l’approccio femminile è meno competitivo e più collaborativo, meno aggressivo e più teso al consenso, meno ossessionato dal potere e più orientato al gruppo. Ciò che Judy Rosener della University of California chiama transformational and interactive management. Le qualità femminili (collaboration and networking skills) stanno diventando sempre più importanti nel mondo del business in cui le organizzazioni si fanno meno gerarchiche e più a matrice.
La tesi della differenza di genere – in cui sarebbe caduta anche la venerable McKinsey - non convince il redattore della rubrica che suggerisce alle donne di ignorare le sirene del nuovo femminismo (e fin qui la sua posizione può avere senso) e non abbandonare old-fashioned meritocracy just at the time when it is turning to women’s advantage (scusi neo Mr. Schumpeter, ma dove c’è mai stata una reale meritocrazia? E non mi pare che si tratti di un problema meramente italiano. E neanche solo delle donne).
I primi commenti all'articolo contengono già molte chicche...
To be continued...
Secondo il redattore della rubrica, la prima generazione di donne di successo (es. la Thatcher) aveva lottato per essere giudicata con gli stessi parametri con cui venivano valutati gli uomini. “I never miss, I never admit mistakes and I am always correct” sosteneva Dong Mingzhu, capo di una multinazionale dell’aria condizionata.
Il nuovo femminismo, invece, propone una nuova lettura, slegata dalle vecchie regole gerarchiche. Si cita come esempi del today’s most influential feminists A.Wittenberg-Cox e A. Maitland (autrici dell'importante libro Why women mean business, non citato nell’articolo), riprendendo la loro teoria del gender bilingual: l’approccio femminile è meno competitivo e più collaborativo, meno aggressivo e più teso al consenso, meno ossessionato dal potere e più orientato al gruppo. Ciò che Judy Rosener della University of California chiama transformational and interactive management. Le qualità femminili (collaboration and networking skills) stanno diventando sempre più importanti nel mondo del business in cui le organizzazioni si fanno meno gerarchiche e più a matrice.
La tesi della differenza di genere – in cui sarebbe caduta anche la venerable McKinsey - non convince il redattore della rubrica che suggerisce alle donne di ignorare le sirene del nuovo femminismo (e fin qui la sua posizione può avere senso) e non abbandonare old-fashioned meritocracy just at the time when it is turning to women’s advantage (scusi neo Mr. Schumpeter, ma dove c’è mai stata una reale meritocrazia? E non mi pare che si tratti di un problema meramente italiano. E neanche solo delle donne).
I primi commenti all'articolo contengono già molte chicche...
To be continued...
domenica 3 gennaio 2010
Il primo Economist del 2010: We can do it!
Il primo Economist del 2010 presenta in copertina il famoso poster "We Can Do It!" di Rosie the Riveter, popolare esempio di donna lavoratrice nell’industria pesante durante la 2° guerra mondiale nonché simbolo di forza e autoaffermazione (tra i vari adattamenti del famoso poster, v. quello di Sarah Palin e Hillary Clinton).
A 2 anni di distanza da Womenomics revisited, articolo che aveva coniato il termine womenomics, il settimanale inglese dedica un approfondimento sugli sviluppi economici e sociali del crescente peso del lavoro femminile nell’economia nazionale e mondiale.
L’articolo di apertura è un brillante riassunto della situazione del lavoro femminile in UK e USA, dove nel prossimi mesi le donne supereranno la soglia del 50% e diventeranno la maggior forza lavoro americana.
Certo, persistono alcuni problemi (le donne sono pagate meno e sottorappresentate nel top management delle aziende, fanno fatica a conciliare lavoro e famiglia) ma il trend positivo: women’s economic empowerment is arguably the biggest social change of our times. (...) Men have, by and large, welcomed women’s invasion of the workplace. (...) Several trends favour the more educated sex, including the “war for talent” and the growing flexibility of the workplace. (...) Women have certainly performed better over the past decade than men. (...) In America three out of four people thrown out of work since the “mancession” began have been male. And the shift towards women is likely to continue: by 2011 there will be 2.6m more female than male university students in America.
Esiste la possibilità di accellerare questa rivoluzione si chiede il giornalista? The answer is no. (...) But there are plenty of cheaper, subtler ways in which governments can make life easier for women. (...) Barack Obama needs to measure up to his campaign rhetoric about “real family values”.
Un passaggio interessante: Societies that try to resist this trend—most notably the Arab countries, but also Japan and some southern European countries—will pay a heavy price in the form of wasted talent and frustrated citizens.
Indovinate chi c’è tra questi “some southern European countries”?
To be continued...
A 2 anni di distanza da Womenomics revisited, articolo che aveva coniato il termine womenomics, il settimanale inglese dedica un approfondimento sugli sviluppi economici e sociali del crescente peso del lavoro femminile nell’economia nazionale e mondiale.
L’articolo di apertura è un brillante riassunto della situazione del lavoro femminile in UK e USA, dove nel prossimi mesi le donne supereranno la soglia del 50% e diventeranno la maggior forza lavoro americana.
Certo, persistono alcuni problemi (le donne sono pagate meno e sottorappresentate nel top management delle aziende, fanno fatica a conciliare lavoro e famiglia) ma il trend positivo: women’s economic empowerment is arguably the biggest social change of our times. (...) Men have, by and large, welcomed women’s invasion of the workplace. (...) Several trends favour the more educated sex, including the “war for talent” and the growing flexibility of the workplace. (...) Women have certainly performed better over the past decade than men. (...) In America three out of four people thrown out of work since the “mancession” began have been male. And the shift towards women is likely to continue: by 2011 there will be 2.6m more female than male university students in America.
Esiste la possibilità di accellerare questa rivoluzione si chiede il giornalista? The answer is no. (...) But there are plenty of cheaper, subtler ways in which governments can make life easier for women. (...) Barack Obama needs to measure up to his campaign rhetoric about “real family values”.
Un passaggio interessante: Societies that try to resist this trend—most notably the Arab countries, but also Japan and some southern European countries—will pay a heavy price in the form of wasted talent and frustrated citizens.
Indovinate chi c’è tra questi “some southern European countries”?
To be continued...
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