sabato 11 luglio 2009

Le tre G per salvare la famiglia italiana

Da qualche giorno in libreria Famiglie sole, un interessante analisi di Daniela Del Boca e Alessandro Rosina sulla sopravvivenza della famiglia italiana in un welfare inadeguato ai nuovi tempi.

Si tratta di uno strumento agile che raccoglie le riflessioni condivise dagli autori su alcuni siti di discussione pubblica (lavoce.info, neodemos.it, nelmerito.com) e le integra con dati scientifici tratti da ricerche internazionali. Raramente ho letto un saggio di divulgazione che parla di contenuti così importanti con un linguaggio così scorrevole. Dalle note si può iniziare un percorso di letture di approfondimento su carta e su web di respiro internazionale.

Secondo gli autori, anche se negli ultimi anni i temi riguardanti la famiglia hanno sviluppato un interesse crescente, il dibattito “ha prodotto sinora più Libri Bianchi e buone intenzioni che risultati concreti”.

“Le famiglie italiane sono da così tanto tempo abituate ad arrangiarsi, a fare da sole, da aver consolidato quasi una resistenza mentale nel pensarsi come destinatarie da parte pubblica di aiuti e servizi”: le carenze del sistema di welfare sono compensate dalle reti di aiuto informale.

Tre gli aspetti di criticità: la disuguaglianze tra donne e uomini, l’iniquità nei rapporti generazioni, le disparità territoriali.

Ad ognuna delle 3 G (gli squilibri di genere, generazionali e geografici) è dedicato un capitolo in cui si spiega in modo articolato i fattori alla base di queste criticità e le pericolose conseguenze che ne derivano.
Ad esempio, lo squilibrio demografico a sfavore delle nuove generazioni (gli under 21 sono oggi solo 4,5 milioni) implica una progressiva riduzione della forza lavoro, un sempre più ridotto peso elettorale (e conseguente gerontocrazia nelle classi dirigenti della politica, dell’impresa, dell’università), un tasso di occupazione critico (specialmente oggi dove la flessibilità diventa precarietà).

Utile il costante confronto con quei paesi europei in cui l’azione dello stato non è stata semplicemente assistenzialistica ma di promozione e sostegno delle scelte familiari: “Le grandi democrazie europee da tempo aiutano le famiglie a crescere i giovani, assistere gli anziani e a creare ricchezza sostenendo il lavoro delle madri e di tutte le donne”.

L’analisi prende in considerazione non solo dati economici e sociali ma propone anche una lettura culturale dei problemi, soffermandosi sulle specificità nazionali e subnazionali italiane.

Il libro propone l’adozione di politiche lungimiranti che promuovano l'autonomia dei giovani, aiutando le scelte delle coppie, favorendo l'integrazione degli immigrati e delle seconde generazioni. “E' solo con un'azione chiara e incisiva su questi fronti che si riuscirà a trasformare quelli che oggi vengono visti come potenziali ostacoli alla crescita in risorse da valorizzare e in opportunità di sviluppo”. Per il miglioramento del benessere delle famiglie e per lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia.

Altre recensioni: G.Fabi, Un welfare per le famiglie; Franceco Daveri, Le 3 G della famiglia, Il Sole24Ore 05/07; Chiara Saraceno, Scomparsi per tutta la società, Repubblica 18/07

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