sabato 11 luglio 2009

Le "first ladies" e le "last ladies"


Su Repubblica di oggi la grande Natalia Aspesi titola il suo articolo: "Le "prime signore" stanche di fare vetrina" sostenendo che "le prime signore si sono stancate di esserlo secondo uno schema ormai obsoleto, non han voglia di ritrovarsi intruppate tra donne impedite di essere se stesse, in noiose tavolate tra banali chiacchiere da cui la politica è esclusa. Dovesse mai esserci una prossima volta, si suggerisce di eliminare ogni cerimoniale, di non sguinzagliare esperti di moda e di culinaria, di considerarle turiste intelligenti e libere: giovani signore che oltretutto pretendono di dormire con il loro marito, anche se ha in mano i destini del mondo".

Maria Laura Rodotà, altra penna acutamente cinica dell'altro grande quotidiano nazionale, si dedica invece all'analisi del vestiario delle signore ("Vince la première dame, ultima l'esuberante Laureen") cosciente però di cadere nel clichè: "Non era una sfilata, era un vertice. Non era una gara di stile, casomai una rassegna multiculturale di stili diversi. Però (però si fa, gli osserva­tori/ trici la fanno, una classifica) si finisce sempre a decidere chi ci è pia­ciuta di più e chi meno. Anche per le first ladies del G8. Forse è andata co­sì."

Sarà forse per non essere sottoposto a quest'analisi che il signor Merkel non si è presentato? Magari spera (e anche noi lo speriamo) che al prossimo G8 ci sia qualche altro consorte maschile...

Altri commenti interessanti su: La Repubblica TV, L'altro G8 e il femminile (Loredana Lipperini, Lella Costa, Nadia Urbinati) con riferimenti al recente articolo di Nadia Urbinati su Repubbica "L'Italia, il potere e il silenzio delle donne"; DIS.AMB.IG.UANDO, Il G8? Pura comunicazione con rimando a interventi di Loretta Napoleoni


A proposito di slogan, dopo "Yes we camp", dalla tendopoli è salita la protesta: «Chi pensa a noi, le Last Lady?».

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