giovedì 29 ottobre 2009

Videointervista a Francesca Comencini, regista de "Lo spazio bianco"

In una calda Roma di fine ottobre e nell’accogliente sede della Fandango abbiamo incontrato Francesca Comencini, regista de “Lo spazio bianco”, tratto dall’omonimo romanzo di Valeria Parrella.

Il suo film ci è piaciuto molto perché rappresenta con sguardo affilato ma delicato donne della realtà, lontano dalle bambole di plastica della tv e dalle madri stereotipate della pubblicità. E perché sottolinea il valore che il lavoro ha per le coraggiose protagoniste femminili.

Ne parliamo con la regista, che ringraziamo per la sua disponibilità e simpatia del rispondere anche alle domande del questionario di Womenomics.it.
V. anche Scheda, trailer, backstage del film.
Buona visione!

Solo chi ama conosce (Elsa Morante)

mercoledì 28 ottobre 2009

Dopo le commesse, le segretarie. Donne in tv, to be continued…

A proposito di immaginario collettivo da coltivare, la tv italiana propone l’ennesimo esempio di persistenza di uno stereotipo considerato vincente: dopo “Commesse” arrivano "Le segretarie del sesto” (il titolo originario ““Le Segretarie del settimo” è stato cambiato perché in RAI il 7° piano è quello dei vertici). Dal mondo solidale e complice della prima fiction si passa alla guerra tra una gruppo di donne, segretarie di una grande società assicurativa, ognuna rappresentante di un archetipo femminile, che difendono ad ogni costo il loro capo e la loro scrivania.
“La fiction è nata anni fa, dopo il successo di Commesse” – racconta Edwige Fenech in veste di produttrice – “volevamo portare avanti un discorso sulle donne” (!!!!!).
“Prodotto più aggressivo e smaliziato, segno dei tempi” sostiene Aldo Grasso. Certo, la vita lavorativa aziendale richiede determinazione e grinta. Ma quando riusciremo a vedere rappresentata anche una sana competizione tra manager donne, tra avvocatesse, tra dottoresse? E, per cortesia, che non siano brutte e cattive. Queste non sono una novità al cinema e in tv.

PS 1: unica consolazione (se si può dire tale): il Grande Fratello ha battuto le segretarie con uno share medio del 30,8%. Ben 4.225.000 italiani si sono però sciroppati le famose segratarie...

PS 2: a proposito di linguaggio gender neutral, "segretario” è usato anche al maschile ma per definire il segretario di partito, il segretario di stato, ect….

domenica 25 ottobre 2009

Potenziale di opposizione civile? Mafalda e il punto di vista internazionale

"Devo ammettere di non essere mai stata femminista nel senso pieno e militante del termine, anche se ho sempre avuto la consapevolezza che la questione femminile era ed è una grande questione sociale e democratica" scrive Rosy Bindi nel suo blog in occasione dell'incontro milanese "Il rispetto per le donne. Per il rispetto di tutti".

"Ringrazio Michela Marzano, Barbara Spinelli e Nadia Urbinati per l’appello che ha permesso a migliaia di donne di esprimere sentimenti presenti da tempo e che aspettavano l'occasione per uscire allo scoperto. Si è messa in moto un'indignazione forte e capillare che ormai non è più possibile contenere".

L'appello, che ha superato le centomila firme (Mafalda compresa), si è concluso ma la battaglia continua: «Centomila firme sono un grande successo, però per me hanno anche il significato di un inizio: andiamo avanti», dice Nadia Urbinati. «Questo potenziale di opposizione civile non deve andare sprecato. Se è vero che noi donne non abbiamo la televisione dalla nostra, possiamo sviluppare altre fonti di visibilità. Ad esempio le manifestazioni e poi iniziative piccole e grandi. Penso anche che sarebbero efficaci dei presidi nelle piazze delle nostre città dove le donne possano esprimersie farsi vedere». Anche per Michela Marzano bisogna continuare il percorso puntando in particolare sull'educazone delle nuove generazioni, a cui vanno proposti modelli alternativi a quelli imperanti.

Ma all'estero, che forse riesce a guardarci con più correttezza e onestà di quello che riusciamo a fare noi, che cosa si dice? (da notare che due delle tre autrici dell'appello vivono all'estero: Nadia Urbinati tra l'Italia e gli Stati Uniti, Michela Marzano l'Italia e la Francia).
Il successo dell'iniziativa è stato ampliamente ripreso dalla stampa internazionale (da notare i titoli degli articoli): il Nouvel Observateur "RPT-Nombre d'Italiennes grondent contre le machisme berlusconien" El Pais "100.000 firmas contra el machismo de Berlusconi. Las italianas se movilizan contra la "cretinización' de la mujer"; il Daily telegraph "Italian women say ciao to the showgirl image. Adrian Michaels on the feminist fightback against Silvio Berlusconi-style sexism"; l'Irish Times "Berlusconi awakens sleeping dragon of Italian feminism"; Clarin "Mafalda se unió a las italianas contra el machismo de Berlusconi".
Lo svizzero 24 Heures parla di un "nuovo femminismo"; «Centomila donne contro Silvio» la free press di New York amNY; "Non a tua disposizione" il National Post, "Silvio fai meno il fanfarone" l'Express.

giovedì 22 ottobre 2009

"In tv ci si mette la faccia. Nel web ci si nasconde?"

Il Mediterraneo è un mare molto più mosso di quello che si crede guardandone la superficie. Questo l'idea alla base di Copeam e della tavola rotonda "Donne tra memoria e futuro" organizzato a fine settembre all'interno del Prix Italia (qui alcune interviste delle speaker del convegno).

Molti gli interrogativi sul tavolo: quanto è importante la memoria? Sono necessari nuovi modelli di riferimento? I nuovi media possono essere una alternativa alla tv contro cui oggi uno scontro frontale è impossibile da vincere? In tutto ciò le donne sono un reale elemento propulsivo del cambiamento?

Si parte con la testimonianza di Tilde Caramazza, storica autrice televisiva di "Si dice donna", sorta di rotocalco che dal 1977 ha raccontato su RAI2 molte storie di donne (oggi parzialmente raccolte nelle teche RAI e nel dvd "8 marzo. Una storia lunga un secolo").
"In tv ci si mette la faccia. Nel web ci si nasconde?" si chiede la regista.
Un esempio dissacrante dell'uso dei social media è la Ragazza Facebook di Caterina Guzzanti, secondo la quale "la fotina è lo specchio dell'anima", "se non hai un profilo, non esisti".
Ma nel mondo non occidentale la tecnologia viene spesso utilizzata dai giovani come strumento di libera identità ed espressione, per fare vera rete, per fare attivismo politico. Il profilo su Facebook è uno strumento prezioso per esprimersi, per proporre e aderire a cause sociali. E per pubblicare le proprie teche. Ne sono testimonianza ed esempio interessante le storie raccontate da Newslab, i progetti internazionali coordinati da Copeam o porte aperte come quello di Babelmed.

lunedì 19 ottobre 2009

Arab Woman Forum 2009

IL 15 e 16 ottobre a Beirut si è svolto l'Arab Woman Forum 2009, "a unique platform for an open and lucid discussion of the many vital issues on the evolving role of women in Arab society, political life and business, as well as future prospects and challenges in this respect".Organizzato da Al Hasnaa, magazine del gruppo editoriale Al-Iktissad Wal-Aamal Group, l'agenda di NAWF 2009 affronta due grandi temi: il rapporto tra donne e leadership nel mondo della politica, del business e della societa araba, con un'enfasi particolare sull'impatto che l'economia globale avrà sulla carriera e sulle prospettive lavorative delle donne; il rapporto tra donne e media, sessualità, educazione e creatività nel mondo arabo.

Secondo il sito ufficiale, “the Arab world today is in the midst of a major
process of transformation, with women increasingly playing a role as business leaders and executives, political and social activists, wealth holders and investors, consumers, and mothers.”

Nel suo discorso inaugurale, il Ministro dell'Informazione Tarek Mitri ha sostenuto che “We are in a region that is increasingly convinced (...) that there can be no real renaissance without the full role of women and an appreciation of the importance of women in our cultural and public life.”

Le 600 partecipanti al Forum sono certo un'elite appartenenti al mondo dei media, della politica. Qualche dato: nei paesi del Golfo nel 2007 la ricchezza controllata dalle donne era di ca. $346 billion. Agli inizi del 2009 nei Paesi Arabi ha un lavoro il 32% delle donne. L'ultimo Arab Human Development Report dell'ONU identifica l limitata presenza delle donne nel mondo del lavoro “as one of three main ‘deficits’ in the Arab region”.

Secondo Nadine Hani, una giornalista di Al Arabiya: “A woman has to take her role and can look at the West, while not giving up our own values and culture. I think you can strike a balance and you don’t have to sacrifice major parts of your life. But, if you do want to sacrifice, say your career for your family, you should also have the right to do that.”.

Nel primo giorno del forum si è discusso di rappresentanza politica con una indicazione nettamente favolrevole alle quote rosa, che hanno portato le rappresentanti al 20% dei seggi negli Emirati Arabi, mentre restano sotto il 5% in paesi considerati liberali come il Libano.
Tra gli speaker di quest'anno sul tema "The Leadership Mystique" anche l'ex parlamentare italiana Sandra Cioffi, Presidente del Network “Women, Media Enterprise”.

giovedì 15 ottobre 2009

Sorelle d'Italia on air

Si chiama così la colonna sonora del nuovo spot di Calzedonia, "Il futuro è rosa", da qualche giorno al centro di polemiche. La pubblicità sotto accusa, realizzata da Saatchi&Saatchi, si apre con un risveglio sulla campagna romana e finisce con un suggestivo tramonto sui tetti della capitale. Nel video scorrono le immagini di donne che, avvolte in calze e collant, si abbandonano a momenti di svago o relax. Alla fine, una dedica: "A Italia, Vittoria, Laura e tutte le altre".

"Più che usare l'inno nazionale distorto per fare pubblicità, bisognerebbe fare pubblicità all'inno nazionale", dice il sottosegretario al Lavoro, P.Viespoli. A.Vaccarezza, presidente della Provincia di Savona sostiene che "Con il canto degli italiani non si gioca. E non si può nemmeno metterlo sotto i piedi. Sentirlo in un spot di calze da donna è una vergogna". Sull'argomento è intervenuto anche Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: "Bisognerebbe evitare di mescolare il commercio con l'Inno d'Italia, che va sempre rispettato".

In un comunicato l'azienda spiega che non c'è alcun intento satirico: "Lo spot rappresenta un omaggio che Calzedonia dedica a tutte le donne attraverso un'inedita interpretazione al femminile dell'Inno dove i termini Italia e Vittoria vengono fatti rivivere per la prima volta con il significato di nomi di donna. Un messaggio forte che fa appello alle infinite risorse delle donne".

Sul web il dibattito è molto acceso sull'argomento (le donne sono "di moda" in questi giorni!). A ognuno la sua opinione. A me la "marcetta" non sembra così disdicevole, mi sembra molto più preoccupante che per l'ennesima volta si rappresentino solo ed esclusivamente donne belle e giovani. Se "Il futuro è rosa" sarebbe opportuno rappresentarlo in tutte le sue sfumature di colore. Ma le donne della realtà non sono trendy, tanto più in pubblicità.

martedì 13 ottobre 2009

Volti di Nobel e (ris)volti italiani

"Ci voleva proprio una donna per riportare l’ottimismo in questa disciplina abusata da ormai troppo tempo: l’economia" (Loretta Napoleoni, Economia: un nobel all'ottimismo).


"Nell’autunno del 2007 nessuna italiana compariva nella classifica Top 25 businesswomen in Europe del Financial Times . Nella FT Top 50 women in world business del 25 settembre 2009 appaiono invece Emma Marcegaglia e Diana Bracco: un fatto che sembrerebbe suggerire enormi passi in avanti in un intervallo assai breve" (Andrea Goldstein, Cda proibito per donne e stranieri, Lavoce.info)

I 40 Nobel donna e i Nobel negati.

sabato 10 ottobre 2009

Di donne leader all'estero ne esistono (e la stampa ne parla)

Per fortuna, dando uno sguardo al panorama internazionale, dall'Africa all'Asia, le donne continuano a fare passi avanti.

INTERNAZIONALE la scorsa settimana ha proposto un'inchiesta del New York Times: milioni di donne sono ancora oppresse e schiavizzate. La loro liberazione può cambiare il mondo.

RESET di questo mese delinea i profili di alcune donne leader in Europa, Asia, Africa a partire dal modello Sonia Gandhi: potere politico alle donne perché capaci di unire diversi.

Repubblica e Unità per la difesa della dignità femminile

Ad oggi oltre 45.000 donne hanno firmato l'appello lanciato su Repubblica da Michela Marzano, Barbara Spinelli, Nadia Urbinati:

È ormai evidente che il corpo della donna è diventato un’arma politica di capitale importanza, nella mano dei Presidente del consiglio. È usato come dispositivo di guerra contro la libera discussione, l’esercizio di critica, l’autonomia del pensiero. La donna come lui la vede e l’anela è avvenenza giovanile, seduzione fisica, ma in primissimo luogo è completa sottomissione al volere del capo. È lì per cantare con il capo, per fare eco al capo, per mettersi a disposizione del capo, come avviene nelle fiere promozionali o nei dispotismi retti sul culto della personalità. Le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo indecenti confusioni di genere: ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità. Diventano il burqa gettato sul corpo femminile, per umiliarlo sulle scene televisive e tramutarlo in arma che ferisce tutti e tutto. Contro questa cretinizzazione delle donne, della democrazia, della politica stessa, protestiamo. Quest’uomo offende le donne e la democrazia. Fermiamolo.

L'Unità invita a spedire a Berlusconi una cartolina in cui è rappresentata una piccola dai capelli rossi (illustrazione di Beatrice Alemagna), braccia e gambe incrociate sul vestitino, broncio di sfida, che proclama: «Non sono a sua disposizione».

La mobilitazione è iniziata...

venerdì 9 ottobre 2009

Non sono disponibile

Despite Charges, Berlusconi Vows to ‘Forge Ahead’: Rachel Donadio sul NYT, primo giornale ad intervistare la Bindi dopo la puntata di Porta a Porta, ieri scriveva "Ms Bindi, 58 and one of the few women in Italian public life with gray hair, responded dryly, “Mr. Prime Minister, I am a woman who is not at your disposal.”

Interessante un altro punto di vista maschile, quello di Roberto Alajmo sull'Unità di oggi: Noi maschi ci scusiamo ma voi donne ribellatevi.

Se non fosse che nel resto del mondo le donne sono celebrate con i nobel, vincono negli sport di squadra e viaggiano sempre di più nello spazio....

domenica 4 ottobre 2009