Il Mediterraneo è un mare molto più mosso di quello che si crede guardandone la superficie. Questo l'idea alla base di Copeam e della tavola rotonda "Donne tra memoria e futuro" organizzato a fine settembre all'interno del Prix Italia (qui alcune interviste delle speaker del convegno).
Molti gli interrogativi sul tavolo: quanto è importante la memoria? Sono necessari nuovi modelli di riferimento? I nuovi media possono essere una alternativa alla tv contro cui oggi uno scontro frontale è impossibile da vincere? In tutto ciò le donne sono un reale elemento propulsivo del cambiamento?
Si parte con la testimonianza di Tilde Caramazza, storica autrice televisiva di "Si dice donna", sorta di rotocalco che dal 1977 ha raccontato su RAI2 molte storie di donne (oggi parzialmente raccolte nelle teche RAI e nel dvd "8 marzo. Una storia lunga un secolo").
"In tv ci si mette la faccia. Nel web ci si nasconde?" si chiede la regista.
Un esempio dissacrante dell'uso dei social media è la Ragazza Facebook di Caterina Guzzanti, secondo la quale "la fotina è lo specchio dell'anima", "se non hai un profilo, non esisti".
Ma nel mondo non occidentale la tecnologia viene spesso utilizzata dai giovani come strumento di libera identità ed espressione, per fare vera rete, per fare attivismo politico. Il profilo su Facebook è uno strumento prezioso per esprimersi, per proporre e aderire a cause sociali. E per pubblicare le proprie teche. Ne sono testimonianza ed esempio interessante le storie raccontate da Newslab, i progetti internazionali coordinati da Copeam o porte aperte come quello di Babelmed.
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1 commento:
La ringrazio per Blog intiresny
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