Se gli italiani sul web si dicono positivi verso
l’appuntamento del 2015, le donne lo sono ancora di più. Così, in un clima
generale di ottimismo che vede il 66,8% dei cittadini guardare con favore alle
ricadute dell’Expo di Milano, le donne si distinguono per
avere aspettative maggiori e il 76,5% di loro si dichiara fiduciosa.
I
risultati arrivano da una ricerca della Camera di commercio di Milano
attraverso «Voices from the blogs», società spin off dell’Università Statale che
si occupa di analizzare il sentimento della rete. Gli esperti hanno setacciato
oltre 42mila post pubblicati in internet nel mese di febbraio e inerenti a
Expo: di questi, tremila erano stati scritti da donne. Risultato? È il rosa il
colore dell’ottimismo verso la manifestazione del 2015.
Le donne dimostrano di
avere una maggiore percezione di Expo come di un evento imperniato
sull’alimentazione (lo dice il 36,7% dei post contro una media del 34,3%) e
sulla sostenibilità ambientale (7,8% contro un’immagine generale del 6,8%).
Perché essere ottimisti? Il mondo femminile si dimostra sensibile ai temi delle
infrastrutture, che per il 9,2% è una delle ragioni del favore (4,2% la
percentuale generale) e dell’organizzazione di eventi (20,1% contro 11,5%).
Dagli accordi internazionali le maggiori aspettative: interessano il 35,4%
della platea femminile, meno però della media generale, che è pari al 54,3%.
Secondo Federica Ortalli, presidente del Comitato imprenditoria femminile e
membro della giunta della Camera di commercio ambrosiana, l’ottimismo in rosa è
legato «da un lato all’idea che Expo sia finalmente la luce in fondo al tunnel
della crisi», dall’altro al fatto che «per Dna noi donne siamo più ottimiste».
La fiducia poggia anche sulle attese riguardo alle opportunità di
lavoro.
Secondo una stima della Camera di commercio di Milano, dal 2012 al
2020 in Italia nasceranno oltre 2.600 nuove imprese rosa legate all’Esposizione
universale. La metà di queste avrà casa in Lombardia, un decimo a Milano, sulla
scia di un trend, precisa Ortalli, che già oggi vede crescere nella regione le
società guidate da donne «dello 0,6%, contro una media negativa del -0,5%
generale». Circa 700 saranno le attività legate all’ospitalità turistica:
alberghi e ristoranti, quindi, di cui già oggi un terzo sono guidati da donne.
Poi si contano comunicazione, tempo libero, costruzioni e trasporti. Settori,
questi ultimi, solo in apparenza “meno femminili”, spiega Ortalli, «forse
perché solo ora ci sono dati di genere».
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