La conciliazione tra i tempi di vita e di
lavoro è una competenza…. bel passo in avanti rispetto a
considerarle una mera strategia di sopravvivenza!! (come abbiamo sempre fatto).
Mi rivolgo qui a tutte le persone, (ma forse in
questo caso maggiormente alle donne) che sempre più stanno raggiungendo
visibilità e ruoli di responsabilità nel mondo del lavoro.
Lo sapevamo, lo sentivamo, i vari ruoli che
dobbiamo ricoprire come professioniste, mogli, mamme, ruoli istituzionali e
politici, interessi personali, interessi culturali, forse sì tolgono un po’ di
tempo fisico, ma aumentano a dismisura le competenze organizzative, di problem
solving, capacità di ascolto, efficienza ed efficacia lavorativa….
Ma adesso finalmente è ufficializzato da
ricerche scientifiche.
Ne è una prova tangibile
l’ultimo Master ideato e promosso da Piano C “MaaM –
Maternity as a Master” percorso formativo destinato a cambiare il
paradigma della maternità sul lavoro, trasformando un momento che oggi sembra
essere “costoso e difficile da gestire” in un’esperienza unica di sviluppo
della leadership.
MaaM, Maternity as a Master, è destinato a
cambiare radicalmente la definizione di leadership: da un insieme di competenze
sviluppate in contesti costruiti in modo artificiale, a un’attitudine naturale
che può essere praticata ogni giorno a casa propria. Un figlio insegna ad avere
pazienza, a ottimizzare l’organizzazione, a prendere decisioni in rapidità.
Il Master si basa sulla Teoria dell’accumulo di
ruoli.
Lo dimostrano alcune ricerche neurologiche e
numerose indagini sociologiche e comportamentali su nuclei familiari in cui
entrambi i coniugi lavorano. Queste ultime hanno messo in discussione la teoria
della “scarsità di ruolo”, che vedeva un trade off tra le risorse impiegate sul
lavoro e nella vita privata, dimostrando che esiste invece un potenziale di “accumulo
dei ruoli” in cui un aspetto della vita guadagna in energia, competenze ed
equilibrio dall’esistenza degli altri.
Evidenze confermate da una ricerca che Piano
C ha condotto in Italia su donne/mamme manager e professioniste, che ha
rilevato – tra l’altro – la presenza uniforme di un istinto di “composizione
delle parti” che emerge per gestire la nuova complessità di una vita a più
dimensioni.
Tutto ciò significa che questo effetto
moltiplicatore può estendersi non solo alle competenze acquisite durante la
maternità, ma allarga l’ambito e il FOCUS a tutte le esperienze che DONNE E
UOMINI POSSONO fare nell’arco della vita e soprattutto al fatto che tali
esperienze non sono quindi in contrasto o conflitto con lo sviluppo
professionale perché portano via tempo, ma anzi sono formative e funzionali
all’acquisizione di competenze.
Mi tornano in mente le parole di Cecilia
Guerra, viceministro al Lavoro con delega alle Pari Opportunità che
ci dice cha la nostra società è ancora impostata in modo parcellizzato, non si
tiene conto della persona nella sua totalità, e evidenzia della capacità e
necessità di armonizzare o tecnicamente conciliare, come ci dice quelli che
sono non solo i tempi di vita e di lavoro, ma il tempo del lavoro, il tempo
della cura, il tempo libero e il tempo dell’impegno civile politico.
ORA QUESTA CAPACITA’ E’ ANCHE UN VALORE
AGGIUNTO IN CHIAVE PROFESSIONALE E UNA COMPETENZA DA POTENZIARE E TRASMETTERE!
Francesca Malagoli (hosted blogger, da donnelavoro3winwin)
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