La tecnologia
è roba (anche) per donne.
Le ragazze di
oggi, ancor più dei loro compagni maschi, non si possono permettere di
incrociare le braccia scegliendo studi e mestieri deboli. Sbagliare si può
(anzi, si deve). Cambiare si può (anzi, si deve). Ma in un Paese con un tasso
di disoccupazione giovanile del 40% e un tasso d’inattività femminili del 49%,
sapere quali siano le competenze più richieste dal mercato del lavoro è
fondamentale sia per i giovani (che lo affronteranno) che per i loro genitori
(che possono indirizzarli).
Si inizia con
una riflessione sui numeri: una ricerca McKinsey & Company (Occupazione-istruzione-educazione:le trappole nascoste nel percorso delle ragazze verso il lavoro) dipinge un quadro drammatico delle
mamme italiane: i papà giocano allo stesso modo con figli maschi e femmine, le
mamme fanno giochi di movimento con i figli maschi e fanno i lavori di casa con
le figlie.
Dopo i
numeri, si passa alla “messa a terra” del problema (le ragazze scelgono poco le
facoltà scientifiche e quindi trovano più difficilmente lavoro).
Le 700
studentesse provenienti da tutta Italia che hanno partecipato all'edizione 2014
hanno avuto la possibilità di partecipare a corsi di formazione tecnico-scientifica, incontri con role model nazionali e internazionali, maratone di
scrittura di codice. E a capire che parlare inglese e fare un'esperienza
all'estero è ormai imprescindibile.
L'invasione
rosa che ha travolto per tre giorni gli spazi della facoltà di Ingegneria della Sapienza ha suscitato molta curiosità degli parte degli studenti dell’ateneo,
quasi tutti maschi. Chissà a chi di loro a casa la mamma fa ancora il letto e lava
le calze....
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