Rafforzare i diritti
delle donne e consolidare le loro capacità in campo agricolo sono fattori
chiave per aumentare la sicurezza alimentare.
La lotta contro la fame e
la battaglia per i diritti delle donne coincidono. Non solo perché le donne
sono – da un punto di vista storico e naturale – le principali agenti della
nutrizione, ma anche perché hanno ormai una presenza significativa nella realtà
produttiva agricola. Da questo punto di vista, la Women for Expo Alliance,
creata in occasione di Expo Milano, è un progetto necessario e del tutto
giustificato.
Secondo i dati della FAO
le donne costituiscono il 43% della forza lavoro mondiale nel settore agricolo.
E questa percentuale aumenta (oscillando tra il 50% e il 70%) in molte nazioni
dell’Africa subsahariana.
Il problema è che
esistono ancora delle barriere che limitano e penalizzano le capacità
produttive delle donne. Tali barriere includono uno
scarso accesso ai finanziamenti per l’agricoltura, restrizioni sulla proprietà
della terra (soprattutto sui diritti di eredità), la carenza di input
produttivi e forti limitazioni nell’accesso all’educazione. Abbattere queste
barriere è fondamentale per compiere ulteriori progressi nella lotta alla fame
e alla malnutrizione, di cui ancora soffrono quasi 800 milioni di persone.
In breve: non c’è alcuna
vera possibilità di migliorare la sicurezza alimentare senza un empowerment
delle donne nel settore agricolo. Con più diritti e più strumenti, le donne
diventeranno la forza trainante di quell’aumento della produzione agricola che
è indispensabile per combattere fame e malnutrizione.
Marta Dassù, Presidente esecutivo di WE-Women for Expo
(estratto dell'intervento alla conferenza stampa della Women for Expo Alliance, 6 giugno 2015)
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