La fine dell'anno si avvicina e iniziano ad apparire le immancabili classifiche di fine anno. Una delle più interessanti è quella stilata dalla redazione di "Io Donna": le cento donne che hanno fatto il 2009.
Da Angela Merkel a Fiorella Vallino (direttice uscente del glorioso femminile), un elenco di donne italiane e straniere appartenenti al mondo della politica, economia, scienza, media, sport e attualità.
Molte scelte condivisibili, altre francamente un pò meno.
Come suggerisce la penna pungente di Marina Terragni "il mondo ha bisogno di essere pensato anche da noi. Alcune fra le cento donne che qui vi raccontiamo sono già in cammino su questa strada. (...) E poi c’è qualche anti-modello: ma anche qui non mancano motivi di riflessione. Scegliete la vostra eroina, e tenetela dentro di voi. Per dialogarci, mentre andate avanti".
domenica 20 dicembre 2009
sabato 19 dicembre 2009
La feminomics di Mrs Eleonor Roosvelt
L'Huffington Post presenta oggi un articolo di Nomi Prins tratto da New Deal 2.0, il blog del Roosevelt Institute che ha recentemennte inaugurato "Feminomics", una serie di riflessioni sul ruolo delle donne nell'economia attuale ("From an economic standpoint, will 2010 be the year of the woman?")
La giornalista, con un glorioso passato di analista a Wall Street, ha scritto un interessante articolo sul rapporto tra donne, finanza ed etica: Feminomics: Women Reformers Motivated by a No Tolerance Rule.
Women weren't in the position of running these firms, so how could they have presided over their problems? Perhaps the attainment of such positions requires the shedding of a certain ethical code. (...)
But, the question is, would the massive bailout of the financial sector have occurred, had women been at its helm? Indeed, Davos economists this year speculated that the presence of more women on Wall Street might have averted the downturn.
There's still time to heed their warnings.
Of course, it is not just women that question corporate fraud or widespread financial risk. But for the most systemically compromising and expensive breaches of ethics and restraint, it has been women who have fought against the barrier of male nonsense to shine a light and an alarm.
Una maggiore presenza di donne a Wall Street avrebbe reso meno devastante la crisi finanziaria? Secondo alcuni economisti di Davos e la giornalista dell'Huffington Post sicuramente si!
Gli alti interventi su Feminomics:
- Elizabeth Warren, Feminomics: Women and Bankruptcy, 17 dic
- Lynn Parramore, Call for ‘New Deal’ Feminism, 16 dic
- June Carbone, Feminomics: Theoclassical Economics Worthy of an Ayatollah, 16 dic
- David Woolner, Feminomics: Breaking New Ground - Women and the New Deal, 15 dic
- Robert S.McElvaine, Feminomics: Hell Hath No Fury Like a Man Devalued, 12 dic.
Sul tema della Feminomics v. anche l'articolo di Ezra Klein Super Feminomics, commento allo Shriver Report
La giornalista, con un glorioso passato di analista a Wall Street, ha scritto un interessante articolo sul rapporto tra donne, finanza ed etica: Feminomics: Women Reformers Motivated by a No Tolerance Rule.
Women weren't in the position of running these firms, so how could they have presided over their problems? Perhaps the attainment of such positions requires the shedding of a certain ethical code. (...)
But, the question is, would the massive bailout of the financial sector have occurred, had women been at its helm? Indeed, Davos economists this year speculated that the presence of more women on Wall Street might have averted the downturn.
There's still time to heed their warnings.
Of course, it is not just women that question corporate fraud or widespread financial risk. But for the most systemically compromising and expensive breaches of ethics and restraint, it has been women who have fought against the barrier of male nonsense to shine a light and an alarm.
Una maggiore presenza di donne a Wall Street avrebbe reso meno devastante la crisi finanziaria? Secondo alcuni economisti di Davos e la giornalista dell'Huffington Post sicuramente si!
Gli alti interventi su Feminomics:
- Elizabeth Warren, Feminomics: Women and Bankruptcy, 17 dic
- Lynn Parramore, Call for ‘New Deal’ Feminism, 16 dic
- June Carbone, Feminomics: Theoclassical Economics Worthy of an Ayatollah, 16 dic
- David Woolner, Feminomics: Breaking New Ground - Women and the New Deal, 15 dic
- Robert S.McElvaine, Feminomics: Hell Hath No Fury Like a Man Devalued, 12 dic.
Sul tema della Feminomics v. anche l'articolo di Ezra Klein Super Feminomics, commento allo Shriver Report
martedì 15 dicembre 2009
Videointervista a A.Faiella, attrice e autrice comica: ironia e autostima al femminile
Partendo dall'esperienza dei suoi corsi di teatro e dal suo ultimo libro "Autostimami" (IlSole24Ore), Alessandra Faiella ci spiega la stretta relazione tra ironia, stima e autostima, caratteristiche da sempre "critiche" per le donne tanto da diventare tema ricorrente in tutti i corsi di leadership al femminile.
Sul canale Youtube di Womenomics.it sono oline la videointervista ad Alessandra e un breve booktrailer del suo libro con un test per misurare la propria autostima.
Sul canale Youtube di Womenomics.it sono oline la videointervista ad Alessandra e un breve booktrailer del suo libro con un test per misurare la propria autostima.
martedì 1 dicembre 2009
Ready for Board: il primo pool di eccellenze al femminile
Il problema di base è che non c’è offerta. E in una società capitalistica come la nostra le regole del mercato sono legge. Come dare allora visibilità a una massa critica di professioniste che esiste ma si propone poco (mea culpa) o si ignora di vedere?
Dal lavoro di selezione di 4 società di executive search è nata una lista di 70 profili di donne professioniste ready for board, dotate di quelle competenze e di quella esperienza necessaria per poter entrare nei CdA delle aziende italiane, luoghi di potere e di indirizzo (come diceva la grande Emma Bonino, “chi decide decide anche l’agenda sui cui si decide”).
Il progetto Ready for Board organizzato da PWA vuole essere uno strumento di lavoro, il primo capitolo di un libro che raccoglierà e renderà disponibili profili di donne selezionate secondo criteri di competenza e di merito. Quegli stessi criteri usati normalmente dalle società di executive search quando fanno una ricerca di profili direzionali. Da oggi finalmente gli head hunter avranno a disposizione un “catalogo” gender neutral. Un primo passo per promuovere quel cambiamento culturale sempre più necessario in Italia.
PS: il progetto è stato presentato in Assolombarda il 18 nov. scorso. Dopo una prima tavola rotonda a cui hanno preso parte le coordinatrici del progetto che hanno spiegato con entusiasmo ed orgoglio i risultati del loro lavoro, ne è succeduta un’altra in cui erano stati invitati i responsabili di associazioni di categoria. Alla fine i commenti che giravano tra le persone in coda aspettando il cappotto erano unanimi: la seconda parte è stata una perfetta rappresentazione del grigiore (non solo nei vestiti) che si ritrova in tanta dirigenza italiana. Meno male che poi ci sono state le domande del pubblico a portare un pò di brio!
Dal lavoro di selezione di 4 società di executive search è nata una lista di 70 profili di donne professioniste ready for board, dotate di quelle competenze e di quella esperienza necessaria per poter entrare nei CdA delle aziende italiane, luoghi di potere e di indirizzo (come diceva la grande Emma Bonino, “chi decide decide anche l’agenda sui cui si decide”).
Il progetto Ready for Board organizzato da PWA vuole essere uno strumento di lavoro, il primo capitolo di un libro che raccoglierà e renderà disponibili profili di donne selezionate secondo criteri di competenza e di merito. Quegli stessi criteri usati normalmente dalle società di executive search quando fanno una ricerca di profili direzionali. Da oggi finalmente gli head hunter avranno a disposizione un “catalogo” gender neutral. Un primo passo per promuovere quel cambiamento culturale sempre più necessario in Italia.
PS: il progetto è stato presentato in Assolombarda il 18 nov. scorso. Dopo una prima tavola rotonda a cui hanno preso parte le coordinatrici del progetto che hanno spiegato con entusiasmo ed orgoglio i risultati del loro lavoro, ne è succeduta un’altra in cui erano stati invitati i responsabili di associazioni di categoria. Alla fine i commenti che giravano tra le persone in coda aspettando il cappotto erano unanimi: la seconda parte è stata una perfetta rappresentazione del grigiore (non solo nei vestiti) che si ritrova in tanta dirigenza italiana. Meno male che poi ci sono state le domande del pubblico a portare un pò di brio!
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