giovedì 16 febbraio 2012
FORUM VALORE D: mi ritorna in mente
La rivoluzione culturale deve venire dall’alto ma dal basso è già partito il cambiamento (Patuano, Telecom). Il commitment verso la diversity deve venire dal top management. Al middle management di solito le donne in gamba fanno paura. Ma la base dei talenti oggi si sta trasformando e attrezzando: le ragazze hanno voti più alti e sono più disponibili a muoversi.
Bisogna forzare il nostro Paese, refrattario al cambiamento, con le leggi. L’esempio non è sufficiente (Bianchi, Johnson&Jonhson). L’Italia non è un paese proiettato verso il futuro. Se si vuole un cambiamento in tempi accettabili, bisogna utilizzare il vincolo della legge. Norme transitorie, ma vincolanti.
Bisogna coinvolgere gli uomini in queste discussioni (Haller-Jorden, Catalyst)
La diversity è un tema che riguarda anche gli uomini in quanto mariti e padri.
La chiave per fare carriera? Trovarsi il marito giusto (Maria Latella).
Se una donna vuole dedicarsi al lavoro è fondamentale il supporto della famiglia di origine e di quella che si è creata, ossia il rapporto con la madre, il padre, il marito (e anche la suocera).
Le donne sono discriminate nel mondo del lavoro perché lo sono a partire dalla famiglia (Ichino) La ricerca condotta per ValoreD sull’incidenza della famiglia nelle scelte professionali evidenzia una realtà complessa, fatta anche di autoesclusione da parte delle donne.
Attenzione al modello che si trasmette ai figli (Zanardi)
Diciamo “la mamma va a lavorare” o “la mamma deve andare a lavorare”?
Non c’è libertà senza indipendenza economica (Latella)
Oggi serve un motore di crescita innovativo. E noi siamo quelle attrezzate per il cambiamento (Perrazzelli, Valore D).
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