Da oggi e' online a web@femminile, una 24 ore non stop “made in women” con dibattiti e interviste dedicate alle donne, in cui referenti del mondo istituzionale, delle aziende, della pubblica amministrazione, del mondo scolastico, del terzo settore, dei media e i cittadini, saranno chiamati a dare il proprio contributo sul tema del “gender gap”.
I temi e le interviste by Womenomics.it sul canale tematico donne&economia:
·Oltre il soffitto di cristallo (intervista a Concita De Gregorio, Direttore L’Unità)
·Il fattore D (intervista a Maurizio Ferrera, autore de “Il fattore D”)
·Il linguaggio al femminile (intervista a Nicoletta Maraschio, Presidente Accademia della Crusca)
·Le nuove italiane (intervista a Sumaya Adel Qader, scrittrice)
·Il Global Gender gap (video di Saadia Zahidi, autrice del rapporto)
·La conciliazione famiglia/lavoro (video di Francesca Malagoli sul progetto “Una questione privata”)
Leggi il dietro le quinte delle interviste e rispondi anche tu al questionario di womenomics.it per scoprire un po’ di te stessa e confrontare le tue domande con quelle delle nostre intervistate!
martedì 31 marzo 2009
venerdì 27 marzo 2009
La nonchalances della deputata danese neomamma
giovedì 26 marzo 2009
Gender-neutral language: che ne sarà della signora delle Camelie?
Il Parlamento europeo ha recentemente pubblicato un opuscolo a favore di una versione politicamente eurocorretta dalle lingue europee: banditi da ogni riferimento sessista tutte le direttive comunitarie. Si tratta d un vero e proprio codice sul linguaggio "sessualmente neutro" da utilizzare nelle conversazioni e nelle pubblicazioni ufficiali quando ci si rivolge pubblicamente a una donna, in particolare se onorevole. Messe al bando anche tutte le parole che contengono un riferimento al sesso (es. i vocaboli che contengono il suffisso "men").
Harald Romer, Secretario Generale del Parlamento Europeo, scrive nel "Gender-Neutral language in the European parliament": "The European Parliament is committed to using gender-neutral language in its publications and communications and is now the first of the institutions to provide language-specific guidance on gender-neutral language in all the Community's working languages. Drawn up by a working group under the auspices of Parliament's High-Level Group on Gender Equality, these guidelines were the fruit of long and close collaboration among the relevant linguistic services and provide suggestions and examples for each specific working language (...). I now invite all colleagues to read the guidelines in their working languages and apply them in all parliamentary publications and written communications."
La notizia è stata ripresa subito dal Daily Telegraph, che da buon quotidiano britannico euroscettico non si è lasciato sfuggire l'occasione di ironizzare sulla bizzarra normativa europea. In un editoriale intitolato "Vive la diffèrance" denuncia la misura come la fine della civiltà: "senza il madame davanti Emma Bovary sarebbe stata un'altra".
In Italia sul Domenicale del Sole24Ore anche D.Marani e E.Scaraffia ironizzano sulla direttiva, anche se "l'italiano soffrirà poco per le nuove regole sessolinguistiche. Da noi ancora si perla ome si mangia".
L'uso di "signora" e "signorina" sarebbe dunque discriminatorio. Devo dire che, in certi contesti, è vero, l'ho provato sulla mia pelle. In riunioni di lavoro mi è capitato più di una volta di essere chiamata "la signora ..." mentre il mio collega uomo era "il dottor ...": eccesso di galanteria nei miei confronti o puro e semplice stereotipo di genere?
Altro frequente stilema linguistico (anche questo sperimentato direttamente): perchè le donne spesso vengono chiamate per nome (Hillary) e gli uomini per cognome (Clinton)? Perchè le donne hanno un modo friendly di presentarsi o perchè sono sempre un pò sorelline minori?
Harald Romer, Secretario Generale del Parlamento Europeo, scrive nel "Gender-Neutral language in the European parliament": "The European Parliament is committed to using gender-neutral language in its publications and communications and is now the first of the institutions to provide language-specific guidance on gender-neutral language in all the Community's working languages. Drawn up by a working group under the auspices of Parliament's High-Level Group on Gender Equality, these guidelines were the fruit of long and close collaboration among the relevant linguistic services and provide suggestions and examples for each specific working language (...). I now invite all colleagues to read the guidelines in their working languages and apply them in all parliamentary publications and written communications."
La notizia è stata ripresa subito dal Daily Telegraph, che da buon quotidiano britannico euroscettico non si è lasciato sfuggire l'occasione di ironizzare sulla bizzarra normativa europea. In un editoriale intitolato "Vive la diffèrance" denuncia la misura come la fine della civiltà: "senza il madame davanti Emma Bovary sarebbe stata un'altra".
In Italia sul Domenicale del Sole24Ore anche D.Marani e E.Scaraffia ironizzano sulla direttiva, anche se "l'italiano soffrirà poco per le nuove regole sessolinguistiche. Da noi ancora si perla ome si mangia".
L'uso di "signora" e "signorina" sarebbe dunque discriminatorio. Devo dire che, in certi contesti, è vero, l'ho provato sulla mia pelle. In riunioni di lavoro mi è capitato più di una volta di essere chiamata "la signora ..." mentre il mio collega uomo era "il dottor ...": eccesso di galanteria nei miei confronti o puro e semplice stereotipo di genere?
Altro frequente stilema linguistico (anche questo sperimentato direttamente): perchè le donne spesso vengono chiamate per nome (Hillary) e gli uomini per cognome (Clinton)? Perchè le donne hanno un modo friendly di presentarsi o perchè sono sempre un pò sorelline minori?
domenica 22 marzo 2009
Borsette rosso (deficit) sotto la Porta di Brandeburgo
In Germania oltre 180 iniziative (manifestazioni, mostre, dibattiti, cabaret, pranzi di sensibilizzazione) per informare l’opinione pubblica sulla differenza salariale tra uomini e donne, divario particolarmente evidente in Germania (23%).
L’iniziativa, ispirata a un modello nato negli USA (che adesso gode del Lilly Ledbetter Fair Pay Act di Obama), è stata organizzata dalla Business and Professional Women tedesca e supportata dal Minsitero delle donne, l’Associazione federale degli imprenditori e delle imprenditrici tedesche, il Consiglio femminile della Germania e da organizzazione che si battono per le pari opportunità. “Un’alleanza d’azione che ha l’obiettivo di svilupparsi in tutta Europa” propone Dagmar Bischof, presidente della BPW tedesca.
Per l’Equal Pay Gap tedesco è stato scelto il 20 marzo perchè una donna tedesca, per guadagnare quello che ha guadagnato un uomo nel 2008, avrebbe dovuto lavorare tutto l’anno scorso e fino a ieri.
Secondo i dati Eurostat 2007, il maggior divario si registra in Estonia (30,3%), sopra il 20% anche Austria (25,5%), Rep. Ceca (23,6%), Olanda (23,6%), UK (21,1%), Grecia (20,7%).
La statistica mi lascia un po’ perplessa: se la media europea è del 17,4%, possibile che i mitici Paesi nordici abbiamo percentuali attorno al 20% (Finlandia 20%, Svezia 17,9%, Danimarca 17,7%) e l’Italia abbia una performance del 4%? Probabilmente bisogna tener conto che il dato italiano è influenzato dal fatto che poche donne hanno un lavoro fisso retribuito.
Fonte: Corriere della Sera
L’iniziativa, ispirata a un modello nato negli USA (che adesso gode del Lilly Ledbetter Fair Pay Act di Obama), è stata organizzata dalla Business and Professional Women tedesca e supportata dal Minsitero delle donne, l’Associazione federale degli imprenditori e delle imprenditrici tedesche, il Consiglio femminile della Germania e da organizzazione che si battono per le pari opportunità. “Un’alleanza d’azione che ha l’obiettivo di svilupparsi in tutta Europa” propone Dagmar Bischof, presidente della BPW tedesca.
Per l’Equal Pay Gap tedesco è stato scelto il 20 marzo perchè una donna tedesca, per guadagnare quello che ha guadagnato un uomo nel 2008, avrebbe dovuto lavorare tutto l’anno scorso e fino a ieri.
Secondo i dati Eurostat 2007, il maggior divario si registra in Estonia (30,3%), sopra il 20% anche Austria (25,5%), Rep. Ceca (23,6%), Olanda (23,6%), UK (21,1%), Grecia (20,7%).
La statistica mi lascia un po’ perplessa: se la media europea è del 17,4%, possibile che i mitici Paesi nordici abbiamo percentuali attorno al 20% (Finlandia 20%, Svezia 17,9%, Danimarca 17,7%) e l’Italia abbia una performance del 4%? Probabilmente bisogna tener conto che il dato italiano è influenzato dal fatto che poche donne hanno un lavoro fisso retribuito.
Fonte: Corriere della Sera
sabato 21 marzo 2009
La Almirante da ammirare
Si apre oggi il congresso di scioglimento di An, con la celebrazione postuma di Almirante.
Qualche giorno fa Donna Assunta Almirante, energica vedova del fondatore dell’Msi, rispondeva così a Natalia Lombardo dell’Unità:
D: “Lei non si candida, ma chi voterà alle Europee? Storace?”
R: “Dipende, se Storace porta uomini in gamba. Ma potrei votare anche altri partiti, sa?”
D: "L’Udc, o addirittura il Pd?”
R: “E perché no? Io voto i cervelli e sono di mentalità allargata. Compro sempre l’Unità, su alcune cose sono d’accordo”.
Qualche giorno fa Donna Assunta Almirante, energica vedova del fondatore dell’Msi, rispondeva così a Natalia Lombardo dell’Unità:
D: “Lei non si candida, ma chi voterà alle Europee? Storace?”
R: “Dipende, se Storace porta uomini in gamba. Ma potrei votare anche altri partiti, sa?”
D: "L’Udc, o addirittura il Pd?”
R: “E perché no? Io voto i cervelli e sono di mentalità allargata. Compro sempre l’Unità, su alcune cose sono d’accordo”.
giovedì 19 marzo 2009
L’Expo delle donne
L'8 marzo a Palazzo Giureconsulti durante "Informa MI DONNA" 2 i punti da segnalare dell’intervento del sindaco Moratti.
“Milano ha certamente un primato che è quello del tasso di occupazione femminile: abbiamo già raggiunto l’obiettivo di Lisbona che prevede un tasso di occupazione femminile del 60% entro il 2010. Adesso dobbiamo fare di tutto per cercare di mantenerlo e se possibile rafforzarlo ulteriormente”.
“Abbiamo un grandissimo progetto: costruire l’EXPO delle Donne e per le Donne. Sarà la prima volta che EXPO dedicherà alle donne un padiglione e una serie di progetti che svilupperemo insieme. Mi auguro la partecipazione di tante donne di tutto il mondo, già presenti nella nostra città, con tanti progetti perchè il nostro lavoro nel 2015 possa lasciare una traccia concreta”.
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Moratti Expo Milano donne lavoro
Donna m'apparve, plurale
"Se c’era un modo per smontare gli stereotipi del femminile senza uccidere il senso della differenza, Nicla Vassallo e le sue brillanti amiche filosofe l’hanno centrato in pieno!" Lella Costa
Fresco di stampa da Codice Edizioni "Donna m'apparve", il libro di Nicla Vassallo & co., una serie di dialoghi filosofici che restituiscono l’immagine della donna in tutta la sua concretezza e sincerità. V. il video di presentazione su Youtube. Prime pagine in pdf.
Donne come identità plurali, dinamiche, che si costruiscono: ecco il messaggio della presentazione del libro durante le celebrazioni dell’8 marzo a Milano con la partecipazione delle filosofe autrici. Il confronto di 5 teste pensanti provenienti da linguaggi diversi è molto interessante (ma forse il tono è un po’ troppo “alto” visto il taglio della manifestazione in cui si inseriva).
Da segnalare in particolare l’intervento di Claudia Bianchi sul rapporto tra linguaggio e identità di genere (il linguaggio è neutrale? Uomini e donne lo usano in modo diverso?) e quello di Laura Boella sull’empatia (mix di sensibilità e testa, non semplice atteggiamento buonista).
Fresco di stampa da Codice Edizioni "Donna m'apparve", il libro di Nicla Vassallo & co., una serie di dialoghi filosofici che restituiscono l’immagine della donna in tutta la sua concretezza e sincerità. V. il video di presentazione su Youtube. Prime pagine in pdf.
Donne come identità plurali, dinamiche, che si costruiscono: ecco il messaggio della presentazione del libro durante le celebrazioni dell’8 marzo a Milano con la partecipazione delle filosofe autrici. Il confronto di 5 teste pensanti provenienti da linguaggi diversi è molto interessante (ma forse il tono è un po’ troppo “alto” visto il taglio della manifestazione in cui si inseriva).
Da segnalare in particolare l’intervento di Claudia Bianchi sul rapporto tra linguaggio e identità di genere (il linguaggio è neutrale? Uomini e donne lo usano in modo diverso?) e quello di Laura Boella sull’empatia (mix di sensibilità e testa, non semplice atteggiamento buonista).
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Nicla Vassallo donne filosofia youtube
venerdì 6 marzo 2009
Donne in copertina e sulla tappeto rosso
Sull’Unità di oggi copertina e 2 pagine di intervista dedicate a Lilly Ledbetter (già diventata lemma di wikipedia!), la caporeparto della Goodyear cge ha ispirato la legge firmata da Obama sull’uguaglianza salariale tra uomini e donne.
Sul Sole24Ore uno speciale “8 marzo: donna mistero senza fine, bello” con notizie, appuntamenti, numeri, foto, ricerche dedicate alla Giornata internazionale della donna. Sul tema womenomics l’articolo “Le donne sono la forza economica emergente del pianeta”.
Il venerdì di Repubblica dedica la copertina all’icona (ormai, purtroppo, inflazionata) Hepburn e uno speciale su “Quello che le donne non dicono (anche perché nessuno glielo domanda”.
Altra tipologia di notizia su vari quotidiani: a Vienna carrellata di star in occasione dei "Women's World Awards", i riconoscimenti riservati alle donne che si sono distinte in varie categorie.
A Claudia Cardinale è andato il 'Benazir Bhutto World Tolerance Award' , a Marianne Faithfull il 'Lifetime Achievement Award', a Marilyn Carlson Nelson il 'World Business Award', a Betty Williams, premio Nobel per la pace nel '76,il 'World Achievement Award', a Nujood Ali (the 10-year-old girl from Yemen who successfully went to court to divorce her 30-year old husband whom she was forced to marry)il 'World Hope Award'. Alla modella Elle Macpherson il 'World Career Award”, a Monica Bellucci il 'World Actress Award”.
giovedì 5 marzo 2009
Pinking Radio
Dal 3 marzo al via Pinking, ritratto di imprese sociali al femminile. In onda ogni mercoledì alle 12, su Radio Bocconi, annuncia che avrà come ospiti alcune tra le più importanti imprenditrici del settore. Un programma sull’imprenditoria sociale nata in collaborazione con il prof. Fiorentini.
martedì 3 marzo 2009
Le conseguenze del decreto Gelmini: le donne non lavorano più e non investono i loro risparmi in bond
"E' anche un ritorno al passato post-bellico della struttura familiare: un incentivo al ritorno al focolare di migliaia di madri, milioni di donne giacchè si sa che non viviamo in Svezia e che dei figli e della cucina e delle pulizie domestiche, in questo nostro Paese, si ritiene che debbano occuparsi le donne. Più le donne, le quali del resto a parità di lavoro guadagnano assai meno degli uomini e dunque conviene, se qualcuno deve rinunciare a "lavorare fuori", che rinuncino loro. Anche questa è una di quelle riforme il cui esito sarà chiaro nella struttura della società fra 10 anni, quando ci sarà qualcuno che dirà che "all'improvviso" è cambiato qualcosa: le donne non lavorano più, non ci tengono, chissà perchè, non consumano altro che detersivi e pannolini, mai che investano i loro risparmi in bond". (Concita De Gregorio, Filo rosso, 2 marzo 2009).
Sui mutamenti profondi della società, in un recente sondaggio online effettuato dal magazine Psychologies, si legge che oggi le donne lavorano per scelta (59% delle risposte), il lavoro è un piacere (54%), rappresenta una possibilità di gratificazione personale (46%) e una delle componenti dell’identità. E aiuta anche aver avuto un’educazione che incoraggia la realizzazione personale, l’essere cresciute in una famiglia in cui si sono viste tutte le donne lavorare.
Sulla differenza salariale il NYT in un recente articolo ("Why Is Her Paycheck Smaller?") presenta un grafico interattivo che evidenzia le differenze di retribuzione di donne e uomini distinguendo tra le professioni: management, business e financial sono le aree dove il gap è attorno al 30%!
Ecco perchè le donne non investono in bond!!!
Sui mutamenti profondi della società, in un recente sondaggio online effettuato dal magazine Psychologies, si legge che oggi le donne lavorano per scelta (59% delle risposte), il lavoro è un piacere (54%), rappresenta una possibilità di gratificazione personale (46%) e una delle componenti dell’identità. E aiuta anche aver avuto un’educazione che incoraggia la realizzazione personale, l’essere cresciute in una famiglia in cui si sono viste tutte le donne lavorare.
Sulla differenza salariale il NYT in un recente articolo ("Why Is Her Paycheck Smaller?") presenta un grafico interattivo che evidenzia le differenze di retribuzione di donne e uomini distinguendo tra le professioni: management, business e financial sono le aree dove il gap è attorno al 30%!
Ecco perchè le donne non investono in bond!!!
lunedì 2 marzo 2009
Boom di inchieste su donne & lavoro!
Sulla stampa si sente già profumo di mimosa, da ieri impazzano le inchieste su donne e lavoro!
Sul Corriere Economia di oggi un'inchiesta sui ruoli di vertice in 90 grandi gruppi e il confronto tra le migliori 43 carriere di donne manager. Il risultato? La presenza femminile al vertice è maggiore nelle multinazionali, dove è anche più sempolice conciliare lavoro e famiglia e ci sono meno veti all'ingresso.
Da leggere l'articolo di Maurizio Ferrera sulle quote rosa soft, seguendo il modello spagnolo e olandese.
Sul Financial Times di oggi, Michel Ferrary nel suo articolo "Why women managers shine in a downturn" cerca di dare una risposta all'interrrogativo: "Feminisation of management seems to protect against financial crisis. Is the female managerial style different and could it positively influence companies' performances?".
Il Sole24Ore presenta un dossier 8 marzo per celebrare the International Women’s Day.
Sul Corriere Economia di oggi un'inchiesta sui ruoli di vertice in 90 grandi gruppi e il confronto tra le migliori 43 carriere di donne manager. Il risultato? La presenza femminile al vertice è maggiore nelle multinazionali, dove è anche più sempolice conciliare lavoro e famiglia e ci sono meno veti all'ingresso.
Da leggere l'articolo di Maurizio Ferrera sulle quote rosa soft, seguendo il modello spagnolo e olandese.
Sul Financial Times di oggi, Michel Ferrary nel suo articolo "Why women managers shine in a downturn" cerca di dare una risposta all'interrrogativo: "Feminisation of management seems to protect against financial crisis. Is the female managerial style different and could it positively influence companies' performances?".
Il Sole24Ore presenta un dossier 8 marzo per celebrare the International Women’s Day.
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