venerdì 31 luglio 2009

"Avvocata di successo e super-mamma si suicida"

Questa la notizia riportata ieri da alcuni quotidiani italiani sul suicidio di Catherine Bailey, 41enne avvocata in carriera nela City e madre di 3 figli piccoli che si è gettata da Richmond Bridge nel Tamigi.

Al di là dei racconti sui dettagli della tragedia e di alcuni commenti piuttosto opinabili ("forse un delirio di onnipotenza tutto femminile sta contagiando sistemi sociali senza adeguate protezioni per le madri" nb: siamo in UK!), segnaliamo l'intervista del Sole24Ore a Simona Scapaleggia, vice AD di Ikea Italia e presidente di Valore D: "Mi piace molto il mio lavoro. Ma mi piace molto anche la vita familiare, essere madre ed essere moglie. La passione con cui mi divido tra questi 3 ruoli è la leva che alleggerisce la mia fatica quotidiana. Non c'è bisogno di essere wonderwomen per instaurare un equilibrio ma bisogna essere molto bravi e non tralasciare i dettagli. (...) La mia agenda oltre che di meeting di lavoro si è riempita di appuntamenti diversi come le riunioni scolastiche (...) e si è semre incrociata con quella di mio marito (...). In questa sintesi di agende molto impegnate e impegnative ho sempre cercato di stabilire delle priorità. (...) Creare questo equilibrio e conciliare la vita professionale e quella familiare non è stato semplice (...) Non c'è bisogno di essere eccezzionali. Serve, questo sì, una passione forte al punto tale da compensare la fatica".
Pillole di saggezza e concretezza.

mercoledì 29 luglio 2009

Democratic Women: contenuto e contenitore

Debora Serracchiani il 24 luglio è stata intervistata da Concita De Gregorio al Democratic Party di Roma (da YouDem.tv).



Voci e modi differenti, certo. Ma il commento di Marianna Rizzini su "Il Foglio" è alquanto discutibile..
Di tutt'altro tono i commenti dei frequentatori del blog della Serracchiani

Citato il libro della Serracchiani "Il coraggio che manca. A un cittadino deluso della politica" BUR 2009

lunedì 27 luglio 2009

Womenomics su giornali italiani di fine luglio

Oggi ben 2 giornali parlano di donne & economia: W.Passerini su Italia Oggi propone "Womenomics, la ricetta rosa per la ripresa", su La Repubblica P.Pontoniere parla di "Addio economia del "macho", la Borsa è in mano alle donne".

Nessun dato e commento, aihmè, particolarmente nuovo. D'altronde, siamo il 27 luglio...
Da segnalare il commento di Danah Boyd, ricercatrice della Harvard University sul tema del ruolo delle donne nell'era del Web 2.0: "Le cose a livello di dirigenza aziendale stanno certamente cambiando. Sono finiti i tempi in cui le donne che si interessavano di economia, tecnologia e computer venivano definite secchione. Adesso il fenomeno più interessante, in termini di successo aziendale, non è tanto il boom dell'iPhone, ma le donne che, dalle nanotecnologie alla computeristica, stanno cambiando la faccia dell'industria e della nostra società".

venerdì 24 luglio 2009

Consigli di lettura per le vacanze

Nella sezione LIBRI di womenomics.it vi proponiamo una selezione speciale di letture per le vacanze con un’attenzione particolare al mondo femminile: libri da meditare, pagine rilassate, panoramiche sull’Italia e sul mondo, parole e immagini.

Graphic novel, biografie, chick lit e women non fiction, romanzi e saggistica sui temi femminili suggeriti dai nostri intervistati, da esperti del settore e della redazione di Womenomics.it.

Buona lettura!

domenica 19 luglio 2009

Maryl Streep guadagna da maschio


Si intitola così un articoletto su City di venerdì scorso in cui si racconta che la grande attrice americana - che nel "Diavolo veste Prada" ha saputo rappresentare in modo straordinario quello che si crede sia una professionista di successo - per il prossimo film è riuscita per la prima volta ad assicurarsi una percentuale sull’incasso che di solito si concede solo a divi come De Niro o Al Pacino.

Interessante notare come la fre press – giornale letto ogni giorno da migliaia di persone in tutte le grandi città italiane - dia per scontata la disparità di trattamento di stipendio tra uomini e donne, negli USA come in Italia.

Per compensare e tirarci su il morale, ecco uno stralcio dell’intervista rilasciata da Emma Bonino (autrice del recente “Pensionata sarà lei”) sul Sole24Ore del 17/07 a proposito del Dl anticrisi che eleva a 65 anni l’età pensionabile delle lavoratrici pubbliche: “la riforma si doveva fare e il governo fa bene a farla. Sarebbe ridicolo pagare una multa salatissima all’Ue e al tempo stesso no attivare politiche attive per le donne. (…) L’importante ora è destinare i risparmi, pochi o tanti che siano, all’avvio di una riforma che favorisca l’accesso delle donne al mercato del lavoro, che in Italia è patetico (…) specificando che i risparmi siano indirizzati alle politiche sociali, familiari eccetera con una trasparenza di destinazione. E su questo spero che non si sia il no ideologico del Pd e della Cgil”.

Intervista su Radio Radicale del 15/07 di Emma Bonino sull'emendamento.

mercoledì 15 luglio 2009

"Diverse and decisive"

The sexy new discussion in policy circles around the world, thanks to the recession, is whether a significant shift of power from men to women is underway - or whether it should be.
(...) It's time to admit the obvious. Men and women are different, and our management styles are different. Research by the University of Pittsburgh and Cambridge University, among others, finds that some of those differences are intrinsic, thanks to hormones.
Gender stereotypes aren't politically correct, but the research broadly finds that testosterone can make men more prone to competition and risk-taking. Women, on the other hand, seem to be wired for collaboration, caution and long-term results.
Da un articolo sul Washington Post del 12/07 di Katty Kay (BBC World News America) e Claire Shipman (ABC's "Good Morning America), autrici di "Womenomics", Collins Business 2009


There is a convincing business case for designing organisations that attract and retain women to the top. Diverse leadership teams tend to make better decisions, the majority of graduates and consumers are women. The big challenge is in transforming traditional corporations, designed in a different age by men for men, into modern businesses that motivate, develop and promote women as well as men in equal measure. This is a much bigger task than many people realise and requires leadership commitment to make it work.
(...) This is not about being nice to women. It is about recognising that having a greater proportion of women in decision-making roles improves business performance and profitability.
Da un articolo sul Financial Times del 22/06 di Avivah Wittenberg-Cox, ceo di 20-firste co-autrice di Why Women Mean Business: Understanding the Emergence of Our Next Economic Revolution’ Wiley 2008

sabato 11 luglio 2009

Le tre G per salvare la famiglia italiana

Da qualche giorno in libreria Famiglie sole, un interessante analisi di Daniela Del Boca e Alessandro Rosina sulla sopravvivenza della famiglia italiana in un welfare inadeguato ai nuovi tempi.

Si tratta di uno strumento agile che raccoglie le riflessioni condivise dagli autori su alcuni siti di discussione pubblica (lavoce.info, neodemos.it, nelmerito.com) e le integra con dati scientifici tratti da ricerche internazionali. Raramente ho letto un saggio di divulgazione che parla di contenuti così importanti con un linguaggio così scorrevole. Dalle note si può iniziare un percorso di letture di approfondimento su carta e su web di respiro internazionale.

Secondo gli autori, anche se negli ultimi anni i temi riguardanti la famiglia hanno sviluppato un interesse crescente, il dibattito “ha prodotto sinora più Libri Bianchi e buone intenzioni che risultati concreti”.

“Le famiglie italiane sono da così tanto tempo abituate ad arrangiarsi, a fare da sole, da aver consolidato quasi una resistenza mentale nel pensarsi come destinatarie da parte pubblica di aiuti e servizi”: le carenze del sistema di welfare sono compensate dalle reti di aiuto informale.

Tre gli aspetti di criticità: la disuguaglianze tra donne e uomini, l’iniquità nei rapporti generazioni, le disparità territoriali.

Ad ognuna delle 3 G (gli squilibri di genere, generazionali e geografici) è dedicato un capitolo in cui si spiega in modo articolato i fattori alla base di queste criticità e le pericolose conseguenze che ne derivano.
Ad esempio, lo squilibrio demografico a sfavore delle nuove generazioni (gli under 21 sono oggi solo 4,5 milioni) implica una progressiva riduzione della forza lavoro, un sempre più ridotto peso elettorale (e conseguente gerontocrazia nelle classi dirigenti della politica, dell’impresa, dell’università), un tasso di occupazione critico (specialmente oggi dove la flessibilità diventa precarietà).

Utile il costante confronto con quei paesi europei in cui l’azione dello stato non è stata semplicemente assistenzialistica ma di promozione e sostegno delle scelte familiari: “Le grandi democrazie europee da tempo aiutano le famiglie a crescere i giovani, assistere gli anziani e a creare ricchezza sostenendo il lavoro delle madri e di tutte le donne”.

L’analisi prende in considerazione non solo dati economici e sociali ma propone anche una lettura culturale dei problemi, soffermandosi sulle specificità nazionali e subnazionali italiane.

Il libro propone l’adozione di politiche lungimiranti che promuovano l'autonomia dei giovani, aiutando le scelte delle coppie, favorendo l'integrazione degli immigrati e delle seconde generazioni. “E' solo con un'azione chiara e incisiva su questi fronti che si riuscirà a trasformare quelli che oggi vengono visti come potenziali ostacoli alla crescita in risorse da valorizzare e in opportunità di sviluppo”. Per il miglioramento del benessere delle famiglie e per lo sviluppo sociale ed economico dell’Italia.

Altre recensioni: G.Fabi, Un welfare per le famiglie; Franceco Daveri, Le 3 G della famiglia, Il Sole24Ore 05/07; Chiara Saraceno, Scomparsi per tutta la società, Repubblica 18/07

Le "first ladies" e le "last ladies"


Su Repubblica di oggi la grande Natalia Aspesi titola il suo articolo: "Le "prime signore" stanche di fare vetrina" sostenendo che "le prime signore si sono stancate di esserlo secondo uno schema ormai obsoleto, non han voglia di ritrovarsi intruppate tra donne impedite di essere se stesse, in noiose tavolate tra banali chiacchiere da cui la politica è esclusa. Dovesse mai esserci una prossima volta, si suggerisce di eliminare ogni cerimoniale, di non sguinzagliare esperti di moda e di culinaria, di considerarle turiste intelligenti e libere: giovani signore che oltretutto pretendono di dormire con il loro marito, anche se ha in mano i destini del mondo".

Maria Laura Rodotà, altra penna acutamente cinica dell'altro grande quotidiano nazionale, si dedica invece all'analisi del vestiario delle signore ("Vince la première dame, ultima l'esuberante Laureen") cosciente però di cadere nel clichè: "Non era una sfilata, era un vertice. Non era una gara di stile, casomai una rassegna multiculturale di stili diversi. Però (però si fa, gli osserva­tori/ trici la fanno, una classifica) si finisce sempre a decidere chi ci è pia­ciuta di più e chi meno. Anche per le first ladies del G8. Forse è andata co­sì."

Sarà forse per non essere sottoposto a quest'analisi che il signor Merkel non si è presentato? Magari spera (e anche noi lo speriamo) che al prossimo G8 ci sia qualche altro consorte maschile...

Altri commenti interessanti su: La Repubblica TV, L'altro G8 e il femminile (Loredana Lipperini, Lella Costa, Nadia Urbinati) con riferimenti al recente articolo di Nadia Urbinati su Repubbica "L'Italia, il potere e il silenzio delle donne"; DIS.AMB.IG.UANDO, Il G8? Pura comunicazione con rimando a interventi di Loretta Napoleoni


A proposito di slogan, dopo "Yes we camp", dalla tendopoli è salita la protesta: «Chi pensa a noi, le Last Lady?».

Bellissime su RaiTre

DAl 6 luglio per 5 puntate alle h 23.55 su Raitre vanno in onda i due film documentario, Bellissime 1 e Bellissime 2, realizzati tra il 2004 ed il 2006 da Giovanna Gagliardo sulla figura femminile del XXI secolo.

Trailer su Youtube.

Lezioni di economia dalle donne indiane

“Are there any budgetary lessons that they could teach the finance minister?” si chiede il giornalista del Times of India intervistando alcune donne lavoratrici e madri.

Tra i suggerimenti, da leggere i consigli eco-responsabili contenuti in “Be innovative” (saving also means reuse and recycle....) e “Be sensible about cutbacks" (use email and net chat to cut mobile bills, walk to nearby places instead of driving....), “Be future-ready” (women plan for everything from children's education to their marriage. And what's good for the family is good for the country”).

Semplice buon senso, certo, ma noi occidentali spesso ce lo scordiamo il buon senso.